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 Prenderemo il posto di un angelo caduto

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Anna Maria

Anna Maria


Numero di messaggi : 93
Data d'iscrizione : 29.10.06

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MessaggioTitolo: Prenderemo il posto di un angelo caduto   Prenderemo il posto di un angelo caduto Icon_minitimeMer 25 Giu - 0:30

Ciao a tutti,
vorrei proporvi questo soggetto preso dal Forum francese (http://agape.forumactif.com/index.htm) e tradotto gentilmente da Maria Teresa. Mi sembra molto interessante e spero che possa essere utile anche a voi.
A presto
Anna


Jean Baptiste

Che ne pensate dell’idea di S.Agostino secondo la quale alla fine della nostra vita, nel coro degli angeli prenderemo il posto di quelli che lo hanno perso per l’eternità al momento della creazione (i demoni)?
Avremmo il nostro posto tra i nove cori degli angeli come dice S.Dionigi!
D’altra parte, ecco un’idea che mi è venuta leggendo un passo del Cantico dei Cantici:
“Ci sono 60 regine, 80 concubine e innumerevoli giovani fanciulle, ma unica è la mia beneamata”
Ecco quello che ho compreso.
Coloro che, per effetto della loro carità sulla terra saranno arrivati alla prima gerarchia celeste si uniranno agli angeli, arcangeli e principati: le innumerevoli giovani fanciulle.
Coloro che avranno saputo far crescere la carità nell’ora della morte arriveranno alla seconda (potenze,virtù, dominazioni). Le 80 concubine.
Coloro che ancor più avranno accresciuto la carità, arriveranno alla terza (Troni, Cherubini, Serafini): le 60 regine.
E coloro che in vita avranno raggiunto la somiglianza a Cristo e alla Vergine Maria “rinunciando all’amor proprio fino alla morte” arriveranno a un livello superiore agli angeli…intendo dire coloro che saranno trasformati in Cristo dall’unione trasformante (matrimonio spirituale). Ed ecco l’ “unica” del Cantico: non si parla di una persona (ad esempio la Vergine Maria), ma di coloro che già in questa vita saranno unificati nell’amore dell’unico Dio.
E’ il vostro turno.

Cèbè

Bella l’idea...a parte il termine “al posto di” che secondo me crea confusione.
Lo scopo dell’uomo non è di occupare i posti lasciati vacanti dagli angeli ribelli, ma di essere dei solisti nel coro degli angeli…questo mi va...
Mi piace comunque l’interpretazione del passo del Cantico dei Cantici!
Grazie JB

JeanBaptiste

Grazie Cèbè! Potresti spiegare cosa intendi per “solista”? Dev’essere divertente da ascoltare!
Uniti nella preghiera

Cèbè

Dio ha creato gli angeli per servirci (diciamo così).
Allora sì che canteremo nel coro degli angeli, ma non saremo simili a loro.
Come i solisti di una partitura che cantano nel coro, sostenuti dal coro.
Mi piace questa immagine, perché in una partitura che stiamo preparando per la nostra corale i solisti avevano la loro parte, ma dovevano cantare anche nel coro le parti corali…cosa che a loro piace in modo particolare, di certo.
Uniti nella preghiera sotto lo sguardo di Maria nostra Madre.

JeanBaptiste

Grazie cèbè. Allora tu pensi che non occuperemo i posti liberi degli angeli caduti, o meglio se li occupassimo, non nella qualità di angeli. Può essere che la particolarità che avremo allora (e che già è nostra) sarà l’essere conformi al Figlio di Dio, lo sposalizio di cui parla il Cantico.
Hai notato che il Beneamato parla di regine, concubine e giovani fanciulle?
Quante donne!
A voi la parola

Jean

Buongiorno a tutti e due e a quelli che passano...
Mi dice qualcosa questa storia di rimpiazzare i posti vacanti, è stata tirata in ballo da qualche autore, ma non ricordavo che fosse S. Agostino. Se puoi farmi avere la citazione te ne sarei grato.
C’è una gran differenza tra gli Angeli (con i loro gradi naturalmente) e gli umani. Leggevamo l’altro giorno nelle letture della Messa (1Pt) che gli angeli ci osservano con gelosia! Sì, ci sono cose che noi facciamo e che loro non possono fare. Non credo nel modo più assoluto che il Cielo sia una sala cinematografica (il film è Dio) con posti lasciati liberi dagli Angeli caduti e che Dio abbia creato per riempire questi posti! Allora perché si sarebbe incarnato? Non si è mica incarnato in un Angelo, si è incarnato in una creatura ben diversa, posizionata in un tempo, con un corpo, un peso, in grado di crescere o regredire. Credo che la crescita nell’Amore sia qualcosa che attira la santa gelosia degli Angeli! Credo nella specificità dell’uomo, alla specificità dell’Incarnazione (che rimane, perché è con il suo Corpo e la sua Anima che sale al Cielo). Mi viene quasi da dire (e Cèbè l’ha detto a modo suo) che sotto l’aspetto della crescita nella Grazia, c’è una superiorità nell’uomo (che rende santamente gelosi gli angeli). Certi santi diranno anche che noi possiamo soffrire e loro no! Ma intendo dire che bisogna interpretare bene questo, perchè la sofferenza da sola non ha significato, ma cambia tutto se l ‘assume l’Amore Divino). Ma non voglio divagare dall’argomento.
La questione di percepire la differenza tra Angeli e Uomini è fondamentale, perché permette di “dare una spinta” alla nostra crescita spirituale! E poi non è di poco conto sapere che siamo amati per noi stessi e non come rimpiazzi. E poi c’è una visione platonica o neoplatonica che mira a Dio come Ideale astratto mentre la visione cristiana, più adeguata, mira a Dio come il Dio che si è incarnato e che rimarrà incarnato fino alla fine dei secoli (lo vediamo nell’Apocalisse, l’Agnello, come il Padre è al centro della Città Celeste). Noi crediamo nella resurrezione della carne…e non in una vita di soli spiriti!( e qui c’è il rischio di imbarcarsi in una discussione tipo DA).
Per restare nello spirito del Forum, preferisco tenere conto delle implicazioni pratiche di questi cambi di visione.. E’ questo quello che ci interessa. La Dottrina ha delle implicazioni pratiche e se si modifica una, anche l’altra cambia.

Jonathan

Io credo che dobbiamo ritornare al cuore della nostra fede. Gesù è resuscitato e ci chiama tutti a seguirlo. Tutto ciò che dobbiamo fare è tuffarci in questo oceano d’amore che è Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Quanto a conoscere quello che succederà “dall’altra parte” lasciamolo in mano al Signore e affidiamoci a Lui.


Jean

Sì, torniamo all’essenziale, al tuffo in Dio-Trinità. Questo tutto ci viene spiegato dai Dottori della Mistica, sviluppato da loro sia per l’aspetto di “quello che si deve fare per arrivarci” che per quello di “che cosa ci succede quando Dio si dà a noi”. Queste spiegazioni ci fanno sentire il gusto della vita in terra come reale anticipo del cielo. Ci fanno assaporare la venuta del Cristo in noi di cui parla S. Giovanni nel suo Vangelo e anche S. Bernardo in una delle sue omelie dell'Avvento (la venuta intermedia).
E’ importante approfondirli proprio per avere un’idea migliore non solo di ciò che ci aspetta domani, ma di ciò che possiamo avere già ora. Da qui l’utilità della quarta parte dell’Insegnamento del Catechismo: la vita spirituale (che viene chiamata “la Preghiera” ma che va ben oltre il semplice “pregare”).

In più, se la Chiesa ha deciso di dichiarare “Dottori” certi santi, è proprio per sottolineare la ricchezza del loro insegnamento che fa vivere la Rivelazione e ci offre anche, in un certo senso, una maggior responsabilità nell’aderire maggiormente alle indicazioni che ci vengono date dai Dottori nell’intento di non rallentare il passo e poter giungere non soltanto all’Unione con Dio, ma anche alla Pienezza della Carità.
Tra voler speculare senza praticare e voler praticare senza voler troppo sapere, la via cattolica permette di unire, in modo superiore e impregnato di Dio, Teologia ed Economia, in modo che ognuna sia fecondata dall’altra.
Che tutta la Teologia si incarni e diventi Economia e che tutta l’Economia attinga linfa nella Teologia (che è contemplazione). E’ il Verbo nella sua totalità che si è fatto carne e non solo una parte, a causa dei nostri limiti. E’ l’intero Verbo che ha parlato all’essere umano e che ha dato Parole di Spirito Santo e Vita Divina (Trinitaria). E’ il Verbo tutto che vuole abitare l’essere umano, che vuole venire a vivere e agire in noi.
In questo senso, ogni contemplazione è “utile” e incarnabile, diversamente non è vera contemplazione. E’ per questa ragione che S. G. della Croce quando parla di contemplazione non separa mai la Luce dall’Amore (né in Dio né per noi). Si è come costruito questa espressione “conoscenza amorosa”, perché giustamente non siamo di fronte né ad un intellettualismo pedante, né ad una gnosi non cristiana, ma bensì a una Conoscenza (Gnosi) del tutto cristiana che feconda la nostra intelligenza e la nostra volontà e i nostri sensi! Il Verbo si è fatto pienamente Carne, l’invisibile è divenuto Visibile e l’inaudibile è divenuto udibile, il Silenzio della Parola Eterna è divenuto udibile e comprensibile e la Teologia, tutta la Teologia (il Verbo Incarnato) è divenuta Economia e ha fatto di ciascuno di noi la sua Tenda (o in ogni caso questo è il suo desiderio).
Separare l’una dall’altra, “Teoria” (cioè “contemplazione”) ed “Economia” (Dio che si dà, tramite lo Spirito) non fa altro che rendere sterile sia l’una che l’altra.
In questo senso, abbiamo bisogno più che mai, con urgenza, per la nostra generazione e per le future, di essere in grado di render conto della Speranza che ci muove già e che fa sobbalzare il nostro cuore! Le sfide oggi sono molto più forti di quelle di ieri. Siamo chiamati a essere capaci di dar testimonianza (secondo la Dottrina della Mistica cristiana) di ciò che avviene in noi quando la Potenza del Risorto ci prende e ci trasforma, capaci di rendere conto ai nostri contemporanei di “ciò che si deve fare per entrare in contatto con Dio”. E’ assolutamente urgente far risuscitare questa Tradizione Vivente per poter dare risposte ai nostri contemporanei che hanno sete di conoscere Dio. Cerchiamo di essere “sempre pronti alla difesa contro chiunque vi chieda ragione della speranza che è in voi” (1Pt 3,15).
Prima del Concilio di Trento, la formazione dei Sacerdoti era di poca consistenza, è a partire da quella data che divenne obbligatorio seguire una formazione intellettuale teologica. Certo talvolta in seguito è diventata pedante e separata dalla vita spirituale. Quanti uomini di Dio l’hanno fatto notare nello scorso secolo. E’ per questo che secondo me, la risposta a questo è di rinnovare la Teologia, dall’interno, con la Mistica, e di “ricostruirla” (la parola è un po’ forte) interamente “dall’alto”.
In questo senso è urgente offrire in abbondanza una formazione Mistica di base (Primo livello di Mistica), invece di confinare la Teologia spirituale a semplice materia minore, insegnata vada come vada con gli strumenti di bordo. Così facendo, verrà ridata alla Teologia tutta la sua coesione interna, fecondandola dal di dentro, rinnovandone il vigore. Così il Sacerdote potrà essere quello che è chiamato a essere e che i fedeli si aspettano da lui: l’uomo che collega i fedeli ( il suo gregge) a Dio, in grado di insegnar loro i misteri della vita spirituale: come incontrare Dio, quali sono le vie che conducono a Dio, come ascoltare il Signore ogni giorno, come immergersi in Lui, come discernere gli spiriti, come progredire, correre sulle vie di Dio, ecc.
Ma siamo tutti consapevoli che il compito di realizzare questa fecondazione dall’interno è enorme. Compito titanico. Che il Signore ci aiuti. E che Maria ci guidi.

Jean Baptiste

Grazie mille Jean per le tue risposte! Non posso dirti né quando né dove S.Agostino ha fatto questa affermazione sugli angeli, l’ho soltanto sentita.
Anch’io ritengo importante scavare nelle profondità della vita spirituale e in primo luogo su quello che ci attende là in alto per prepararsi meglio e viverlo da ora.
Credo infatti che gli angeli ci invidiano sicuramente l’accrescimento della grazia...o forse no! Saranno ben contenti di essere come sono penso. Dovranno dire come noi “la mia parte mi è cara…delizie alla tua destra in eterno…” (Salmo 15)…
Forse si potrebbe fare un’analogia tra la crescita nella vita spirituale e la gerarchia angelica.. Che ne dite? Per esempio la tale dimora (Teresa d’Avila) corrisponde ai serafini...ecc. O piuttosto, studiare qual è l’azione specifica di ciascuna gerarchia sullo stadio di crescita spirituale. Per esempio, quello che ti ha permesso di passare dal terzo al quarto, dal soccorso generale a quello particolare, è stato favorito dal tale ordine...
Uniti dalla preghiera

Jean

Caro JB, tre punti quindi:
1.- gelosia degli angeli
2.- cammino e gerarchia
3.- influenza degli angeli sull’essere umano, il loro ruolo nella nostra vita spirituale (nel governo divino direbbe S. Tommaso)

1.- Non sono io che parlo della gelosia degli angeli, ma la Bibbia (1Pt 1,12). Gelosia nel senso positivo certo!
2.- Caldeggio di meno la seconda prospettiva. Anche se gli angeli sono nostri amici e ci aiutano e sono lì per aiutarci e fare da intermediari per le prime grazie...credo fermamente alla distinzione da farsi tra noi e loro: noi siamo esseri incarnati, loro no! Quindi, contrariamente alla spiritualità angelica, su imitazione degli angeli (la si trova nei Padri del Deserto, e anche in S. Dionigi), credo che Colui che dobbiamo imitare e che è il nostro esempio è il Cristo, Dio e uomo. Al punto che S.G. della Croce dice che noi “così malfatti” siamo capaci di trovare difetti anche negli angeli. Non è questo il caso con nostro Signore. In più, noi siamo invitati dopo la purificazione (alla quale gli angeli partecipano) a imitare il Cristo!! questo è fondamentale. Ma loro sono lì, fino alla fine, prova ne è che il Cristo nei momenti difficili della sua vita fu aiutato dagli angeli.
Concludo: non soltanto è una tentazione il farlo, ma molti l’hanno fatto, molti tra i grandi. Mi viene in mente una citazione trovata in un libro che apprezzo molto che diceva che più si avanza e più cambiava la categoria degli angeli che si prende cura di noi! In effetti, non suona falso se ci pensi! Non si hanno gli stessi bisogni, più si avanza, più le cose si affinano, si spiritualizzano, ecc.

3.- Allora, puoi studiare il ruolo degli angeli nella nostra vita spirituale, è chiaro, bisogna averlo provato! Ma non voglio farne qui un trattato. Sottolineo soltanto un punto: nel Cantico spirituale di S. G. della Croce a un certo punto c’è una cosa bellissima e molto profonda, cosa sperimentata: la futura sposa, partita per cercare lo Sposo, riceve le visite della natura, gli alberi, ecc...e degli angeli; poi la sua Sete aumenta talmente che c’è un momento in cui lei chiede: non mandarmi più messaggeri, è Te che io voglio!
E’ bello, profondo e vero!
Spero che nonostante la brevità della risposta possa essere utile.


Ultima modifica di Anna Maria il Mer 25 Giu - 2:13 - modificato 4 volte.
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Anna Maria

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MessaggioTitolo: Re: Prenderemo il posto di un angelo caduto   Prenderemo il posto di un angelo caduto Icon_minitimeMer 25 Giu - 0:37

Ciao Jean,
avrei una piccola domanda anch'io...
Nel Vangelo di oggi Gesù, rispondendo ai sadducei, dice:
"Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli." (Mc 12, 25)
Non sono riuscita a capire bene il significato di questo versettto e ti sarei grata se me lo potessi spiegare...(e se potessi tradurre in francese ciò che ho scritto!)
Grazie mille e a presto!
Anna


Ciao Anna,
eh sì, sembra che questo contraddica tutto quello che abbiamo appena detto prima. E’ vero.
Penso che non ci si debba allontanare dal senso letterale. Viene presentata al Signore una donna che è stata sposata diverse volte a causa della morte dei suoi mariti. E gli pongono un quesito : a chi apparterrà questa donna in Cielo?
Il Signore dice bene nella sua risposta: voi disconoscete la Potenza di Dio! La potenza della Resurrezione certamente trasforma l’essere umano, lo divinizza, e il testo sembra dire che lo divinizza a tal punto da divenire asessuati! In ogni caso, è questo che a prima vista ci sembra di comprendere del testo nel suo senso letterale. Osserviamo tuttavia più da vicino.
L’Amore di due esseri umani, sparisce forse dopo la morte? Va da sé che se questo Amore è puro può solo aumentare in Cielo. Questa era l’opinione di S. Teresa del Bambin Gesù.
Allora il Signore fa allusione all’esclusività (quest’uomo è fatto solo per questa donna e questa donna è fatta soltanto per quest’uomo), cioè a una sorta di matrimonio non solo sacramentale, ma del tipo Sacramento-Sigillo(come lo sono i Sacramenti del Battesimo, Cresima e Sacerdozio. Non si ripetono e imprimono un sigillo indelebile)? Cioè, il Signore sembra forse voler ignorare il carattere di esclusività? Credo si debba tener conto di questa distinzione! Anche nel Cristianesimo, si è legati dal Sacramento del Matrimonio fintanto che il coniuge è vivo, dopo si è liberi, si può – se si desidera – sposarsi con un’altra persona (e questo è il caso presentato dal passo del Vangelo).
Allora il matrimonio, pur essendo un Sacramento, non imprime un Sigillo! Questa è l’opinione dei Padri. Detto questo, aggiungo da parte mia che è vero che talvolta l’unione di due persone è talmente forte e grande che se uno dei due muore l’altro non se la sente di risposarsi, perché lui/lei sente che il legame è talmente potente da perdurare (il legame in più dell’Amore). Vuol dire che c’è matrimonio e matrimonio? Non credo si debba cadere in questi eccessi.
Detto questo, non sono un esperto della Teologia del Sacramento del Matrimonio.
Torniamo a noi.
Mi sembra che, senza scostarci dal senso letterale del testo, possiamo comprendere le parole di Cristo nel senso della distinzione che ho appena fatto. Certo il Cristo usa la parola “Angeli”, ma qui dobbiamo intenderla secondo il senso con il quale il Signore la utilizza e non generalizzare: “essere che non esercita una relazione privilegiata (sessuata) con un proprio simile”.
Continuo a dire che: i legami d’amore quando sono puri durano in Cielo e rimangono, e nulla li può rompere, anche se sono molteplici (la donna ha amato sinceramente ognuno dei mariti) e se erano imperfetti (i legami d’amore) il Signore li purifica e li mantiene. Ma l’amore di amicizia spirituale (fondamento del matrimonio e di ogni relazione) è un sentimento che perdura in cielo e che è “per tutti” (non esclusivo).
Ma tu hai notato che non ho voluto venir meno al senso letterale in questo passaggio.
D’altro canto, questa non è che una minima parte del passaggio del Vangelo di oggi e della discussione con i Sadducei, il testo è più ricco e vuol dire molto di più.
Quali sono le implicazioni di questa domanda per la nostra vita spirituale? Ebbene, già quella di sapere che la carità, cioè un legame spirituale d’amore, non si cancellerà mai e che continuerà! Non per niente c’è la Comunione dei Santi. Ci sono anche degli scambi di carità tra il cielo (che è molto vicino a noi, al nostro fianco) e la terra. La Comunione dei Santi è un nodo fondamentale. Le grazie che riceviamo, sovente le dobbiamo all’intercessione di altre persone.

Quale altra lezione pratica? Coloro che sono sposati o in vista di farlo, sono invitati ad approfondire questo legame di amicizia spirituale tra sposi o futuri sposi, al fine di attaccarsi all’essenziale! Non si tratta assolutamente (per gli sposi) di dimenticare che siamo fatti di carne, no di certo, ma il fondamento della relazione - e che resterà - è proprio il legame d’amore, che cresce ogni giorno e che deve essere nutrito.
Comprendere che il Battesimo e la Cresima essendo Sacramenti-Sigillo imprimono in noi un marchio indelebile, sono il reale fondamento del Matrimonio, e consentono di attingere in Cristo la sua dimensione perenne...
Non dobbiamo aspettare di essere in cielo per essere come degli angeli, cioè con delle relazioni spirituali di amicizia, in Cristo, pure, ma il Cielo si costruisce già da qui in terra. In questo senso, l’imitazione di questa qualità angelica è del tutto umana ed importante: non c’è amore più grande che di dare la vita per coloro che amiamo.

Ecc...
Ecc...

Grazie ancora Anna
e a presto
Jean


Ultima modifica di Anna Maria il Mer 25 Giu - 2:12 - modificato 1 volta.
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Anna Maria

Anna Maria


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MessaggioTitolo: Re: Prenderemo il posto di un angelo caduto   Prenderemo il posto di un angelo caduto Icon_minitimeMer 25 Giu - 0:39

Jean

Vorrei fare l’avvocato del diavolo (è un modo di dire naturalmente!) e proporvi una o due obiezioni serie a quanto detto più sopra, in modo da completare la riflessione:
Quando l’essere umano muore, abbandona il suo corpo. In un certo senso può quindi essere paragonato a un angelo. Questa posizione però è molto limitata. Perché si tratta di uno stato passeggero e non definitivo. Da morti, aspiriamo a riavere il nostro corpo. E questo è del tutto vero perché, un giorno, ci sarà la Resurrezione della carne. E’ da qui che sorge la domanda : sulla carne, “ci sarà il matrimonio?” nella vita futura (cioè legame esclusivo e relazioni sessuali) o piuttosto, come dice Cristo, nell’aldilà saremo “come angeli”? Credo che S. Agostino abbia affrontato la questione nella Città di Dio, e anche S. Tommaso. E certamente anche molti altri Padri. Probabilmente Ireneo. Bella storia! Perché se abbiamo un corpo, servirà bene a qualcosa, no? Ecco allora la domanda!
Dietro a questo interrogativo c’è la semplice affermazione della Resurrezione finale dei corpi. E da qui nasce la riflessione su “le caratteristiche dei corpi gloriosi”. E qui la cosa si complica un po’... Dalla chiarezza della risposta a questa domanda sulle caratteristiche dei corpi gloriosi dipende la risposta alla domanda “che cosa ne faremo in cielo dei nostri corpi?”!
Non sono uno specialista dell’Escatologia (come Arnaud) e meno ancora un futurista (non faccio fantascienza). Ciò detto, credo fermamente alla necessità per noi oggi – al fine di poter vivere meglio la nostra vita umana e spirituale – di poter rispondere a queste due domande... per lo meno cominciando da quella sulle “caratteristiche dei corpi gloriosi”.
L’attuale Catechismo, con nostra grande sorpresa, ha schivato la questione! Cosa che non fa il Catechismo di Trento! Può essere che i vescovi abbiano avuto il timore di apparire ridicoli parlando delle caratteristiche dei corpi gloriosi? E allora noi che cosa facciamo? Tutta la nostra vita dipende dalla fede nella Resurrezione! E quando si parla di Resurrezione si intende obbligatoriamente la resurrezione “dei corpi” e non “dell’anima”, poiché, per definizione, l’anima non muore! Dunque, se la nostra intera fede riposa sull’affermazione della Resurrezione della Carne, è importante almeno dare qualche indicazione.
Si dice spesso (e l’attuale Catechismo lo ripete): non si conosce quale sia la modalità della Resurrezione della Carne! Lo si dice citando S. Paolo nella lettera ai Corinzi (1Co). Diversamente, il Catechismo di Trento aveva avuto l’audacia di dire: conosciamo le proprietà dei corpi gloriosi.
In che modo avvengano le cose, non lo sappiamo, ma le qualità sono conosciute.

Vediamo che cosa dice il Concilio di Trento:
“I corpi redivivi dei santi avranno fulgide e meravigliose facoltà, per le quali diverranno molto più nobili di quello che furono. Le più notevoli sono quelle quattro, che son dette "doti", e sono rilevate dai Padri, sulle orme dell'Apostolo.
La prima è l'"impassibilità"; dono e dote, la quale farà sì che essi non possano soffrire niente di molesto o essere colpiti da dolori o incomodi. Infatti non potranno a essi nuocere né la violenza del freddo, né l'ardore del fuoco, né l'impeto delle acque. "Viene seminato" dice l'Apostolo "nella corruzione; risorgerà nella incorruzione" (1 Cor 15,42). Gli Scolastici la chiamarono impassibilità invece che "incorruzione", per esprimere quel che è proprio del corpo glorioso; poiché i beati non hanno l'impassibilità in comune coi dannati, perché i corpi di questi, sebbene incorruttibili, possono patire caldo, freddo e ogni dolore.
Viene poi lo "splendore", per il quale i corpi dei santi rifulgeranno come il sole. Lo attesta, in san Matteo, il nostro Salvatore: "I giusti risplenderanno come il sole nel regno del loro Padre" (13,43). E perché nessuno dubitasse di questa promessa, la confermò con l'esempio della sua trasfigurazione (Mt 17,2). Questa dote l'Apostolo la chiama ora "gloria", ora splendore. "Riformerà" dice "il corpo nostro umile, rassomigliandolo al corpo del suo splendore" (Fil 3,21 ); e di nuovo: "È seminato nella miseria, sorgerà nella gloria" (1 Cor 15,43). Di questa gloria vide un'immagine il popolo d'Israele nel deserto, quando la faccia di Mosè, di ritorno dal colloquio avuto con Dio sul Sinai, risplendeva talmente che i figli d'Israele non vi potevano fissare gli occhi (Es 34,29). Questo splendore è un fulgore speciale che viene al corpo dalla somma felicità dell'anima ed è come un riflesso della beatitudine di cui gode l'anima: come la stessa anima diventa beata, in quanto su di essa si posa una parte della felicità divina. Non si creda però che tutti si abbelliscano di tal privilegio in ugual misura, come del primo; saranno, si, tutti egualmente impassibili i corpi dei santi, ma non avranno un uguale splendore; poiché, come assicura l'Apostolo, altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle. Una stella infatti differisce dall'altra per lo splendore; così nella risurrezione dei morti (1 Cor 15,41).
A questa dote va congiunta quella che chiamano "agilità", per cui il corpo sarà liberato dal peso, che ora l'affatica e con grandissima facilità potrà muoversi verso quella parte dove l'anima vorrà, così che nulla potrà esservi di più celere di quel movimento, come insegnano apertamente sant'Agostino nella Città di Dio (13,18 e 20) e san Girolamo nel commento a Isaia (cap. 40). Perciò l'Apostolo dice: "Viene seminato nella debolezza, risorgerà nella forza" (1 Cor 15,43).
A queste doti va aggiunta la sottilità o "sottigliezza", la quale pone il corpo completamente sotto l'impero dell'anima così da servirla con immediatezza, come mostrano le parole dell'Apostolo: "Si semina un corpo animale, risorgerà un corpo spirituale" (1 Cor 15,44). Questi sono quasi tutti i punti principali da illustrare nella spiegazione dell'articolo.”

Vediamo le caratteristiche del Corpo Glorioso nel Risorto (Nostro Signore):

1.- Prima di tutto c’è il corpo “numerico” del Cristo: vieni e tocca, sono proprio io, guarda le piaghe. E’ quindi lo stesso corpo che era nel sepolcro, che ha sofferto, che è risorto.
2.- Il corpo è “sottile”: passa attraverso i muri, si presenta quando tutte le porte erano chiuse! Appare in un posto e poco dopo in un altro. Una sorta di rapidità di spostamento. (Non parliamo di ubiquità, la bilocazione è già possibile per certi santi in terra!)
3.- E’ un “vero corpo”: avete qualcosa da mangiare? Toccate, non sono un fantasma!
4.- E’ un corpo che non soffre più, “impassibile” come dice il Catechismo di Trento.
5.- S. Agostino e gli altri santi Padri si sono interrogati sulla questione dell’integrità dei corpi resuscitati: un monco,un cieco, avranno un corpo perfetto? E quanti anni avrà quel corpo? Maria, nelle apparizioni, spesso sembra molto giovane! E Dio, non è forse il più giovane fra di noi?

Ma, alla resa dei conti, che cosa faremo con il nostro corpo? A che serve resuscitare? Ecco delle belle domande!
Ci saranno relazioni esclusive di matrimonio? I nostri organi, i diversi apparati del nostro corpo, nervoso, muscolare, digestivo ecc. funzioneranno? O non ci saranno più?
Ecco le questioni sollevate dal testo del Vangelo di oggi.
E poi, il punto di partenza: bisogna che il corpo resusciti? Molti oggigiorno, e non di poco conto, rifiutano quasi di guardare in faccia questa questione! Mi ricordo di aver letto un discorso di Pio XII su questo argomento, che mi aveva molto toccato nell’insieme della sua semplicità e profondità. Spiegava perchè la Chiesa è contro la cremazione, voleva dimostrare che non è un arbitrio, ma è molto legato alla questione della Resurrezione della Carne, del corpo. Diceva così (cito a memoria):
“…Il corpo, il nostro corpo, il corpo che abbiamo, è stato il compagno in vita dell’anima, compagno delle sue sofferenze, delle sue opere spirituali (le buone azioni, come si diceva, gli atti di virtù), compagno legato intimamente (S.Tommaso dice che il corpo e l’anima formano una stessa “sostanza” nel senso filosofico del termine) e come il corpo è stato in tutto il compagno dell’anima e che è tramite suo e in esso che l’essere umano si è santificato, ben merita di godere anch’esso con l’anima della vittoria futura (questo corpo è stato con quest’anima, non un altro corpo che sarà tirato fuori dal nulla al momento della resurrezione finale).”

Ecco, il corpo così odiato, maltrattato, mortificato, escluso ecc. c’è per lui ancora un destino eterno! Ma chi ci pensa? Chi ci VUOLE pensare?
Diciamo sovente che vogliamo metter fine alla sofferenza e ai pianti qui in terra e associamo questo al corpo e “lasciare il corpo” ci sembra allora una liberazione! Ma che miopia! E che dimenticanza!
Il corpo è chiamato a un DESTINO ETERNO.

Oh, so bene come questo genere di affermazione (elementare comunque) possa scioccare e urtare molte persone di grande fede e soprattutto benpensanti! Ma non ho mai capito come sia possibile affermare di “essere cristiani” e mettere nel dimenticatoio la Resurrezione della CARNE...la CARNE…

Allora Anna, la tua domanda è indirettamente anche questa: ma allora, ci sarà un corpo? Come sarà questo corpo? E soprattutto, che cosa farà?
Più di 400 anni orsono si è voluto dare una risposta (Catechismo di Trento). Oggigiorno, all’epoca in cui il corpo è il più presente nelle immagini, nei media, ecc. non osiamo più parlare del suo futuro! Si preferisce dire: non si sa!

E allora “grazie”...mi pare che ci sia qualcosa che non va! E trovo che su questo punto il Catechismo di Trento era più all’avanguardia di quello odierno.

Allora, Signore, avremo un corpo, canterà la tua gloria, risplenderà, ti vedrà con i propri occhi, ecc. sarà sottile.. ed è tutto? Finisce qui? Che gioie avrà? E come?

E’ bello tutto questo…
Per restare nello spirito del Forum, dobbiamo allora passare alla pratica spirituale nel nostro quotidiano:

• a che cosa serve questa riflessione, in modo pratico, per noi oggi, nella nostra vita spirituale?
• credo che la prima cosa da considerare sia la “nobiltà del corpo”! Ricordarci che il Signore tutti i giorni ci dice “Prendete il mio Corpo”, risorto e seduto alla destra del Padre, tutto imbevuto di Spirito Santo. PrenderLo, è già partecipare alla Resurrezione, alla sua potenza...alla sua vittoria, alla sua Luce, alla sua Lezione di vita...
• questo ci insegna a mangiare bene (“mangiar bene”: non “la quantità” ma il “modo” e “l’attenzione contemplativa portata all’azione stessa della manducazione”), a prendere coscienza del fatto che i tre regni: “minerale” (acqua, sale…), “vegetale” (piante..), “animale” , entrano in noi in una sorta di comunione primaria, di base (la natura), quando si mangia! E’ un atto importante tramite il quale riceviamo in noi la creazione e la orientiamo in seguito verso Dio, per mezzo dello Spirito Santo, nella vita spirituale (pensiamo ai Salmi 16,9; 28,7; 84,3; 136,25; 145,21, ecc..) Atto con il quale la Creazione cambia livello, viene integrata da noi con l’atto della manducazione nel Tutto che è il Cristo.
• Dio non ha rinnegato il Corpo, l’ha salvato dalla Morte (l’annullamento finale), l’ha inserito al centro della Trinità, quello di Cristo e quello di Maria…il destino del nostro corpo è l’eternità! E noi partecipiamo già, con il Battesimo e la Comunione Eucaristica, ai loro Corpi Resuscitati. Allora, come cammineremo per la strada? Come toccheremo il corpo del nostro prossimo?
• Ogni atto che faremo con il nostro corpo, non è pertanto “finito” o “limitato”, ma si apre a Dio, all’infinito e non siamo chiamati a “lasciare il nostro involucro mortale”, ma siamo invitati a considerarlo come il nostro primo e migliore compagno, nel bene e nel male, e per l’Eternità!
• E quando l’umile corpo soffre, ebbene, accumula sempre più gloria. Che mistero di trasformazione! Il corpo sfigurato, con la Potenza del Crocifisso può già essere trasfigurato, trasparente alla Passione, e comunicare già la Gloria del Cristo! “Se sopportiamo la prova , con Lui regneremo” (2Tm 2,8-15). Se il nostro corpo sopporta la prova con la Forza dello Spirito, con il Cristo, il nostro corpo regnerà per l’Eternità.

Bene, continuate voi...
E’ bello tutto questo, no?
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