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 Report del Gruppo di studio su S. Teresa d’Avila: I° MANSION

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MessaggioTitolo: Report del Gruppo di studio su S. Teresa d’Avila: I° MANSION   Report del Gruppo di studio su S. Teresa d’Avila: I° MANSION Icon_minitimeGio 15 Mar - 13:01

PREMESSA

Lo studio delle I MANSIONI ci ha impegnato per molto tempo. Queste pagine sono densissime di significati teologici e spirituali, che noi non siamo in grado di cogliere a fondo; inoltre, non siamo ancora in confidenza con il linguaggio della Santa e conosciamo poco dell'ambiente storico in cui lei è vissuta. Abbiamo iniziato il nostro lavoro cercando di analizzare gli aspetti spirituali e teologici, ma ad ogni rilettura si sono aggiunti sempre nuovi spunti di riflessione. Ne abbiamo scelti alcuni, che abbiamo deciso di approfondire man mano che procederemo nella lettura. Infatti, si tratta di termini o concetti che abbiamo già "imparato" superficialmente, ma sentiamo la necessità di indagarne ulteriormente il significato, il fondamento biblico e teologico (questo ovviamente con le nostre capacità).
Proseguiremo nello studio di questi concetti poco per volta, mentre contemporaneamente porteremo avanti la lettura delle successive Mansioni. Metteremo sul Forum il risultato del nostro lavoro man mano che sarà completato.


CHE COSA ABBIAMO IMPARATO DALLE I MANSIONI

Nello studio della I Mansione de “Il castello interiore” di S. Teresa ci siamo soffermate innanzitutto sulla visione “dell’uomo” di S. Teresa, ovvero sulla sua Antropologia.

S. Teresa descrive l’essere umano come costituito da due dimensioni: il corpo e l’anima, che non vanno intese separatamente, ma costituiscono un’unica entità: l'uomo è corpo e anima.
Delle due, l'anima è la dimensione più nobile, ma anche la più sconosciuta e trascurata dall’uomo stesso. La capacità/bellezza dell'anima sorpassa ogni immaginazione umana, pertanto Santa Teresa dice che le “cose” dell'anima si devono sempre considerare in ampiezza, estensione e magnificenza.

L'anima viene paragonata da Santa Teresa a “un castello fatto di un solo diamante o di un tersissimo cristallo, dove sono molte dimore, come molte ve ne sono in cielo" (1M 1,1)... "un paradiso dove il Signore dice di avere le sue delizie" (1M 1,1)... "l’abitazione dove trova il suo diletto un Re così potente, così saggio, così puro, così ricco di tutti i beni" (1M 1,1)... "una perla orientale" (1M 2,1)... "un albero di vita piantato nelle stesse acque vive della vita, che è Dio" (1M 2,1).
L’ anima, quindi, è dotata di grande dignità, bellezza e capacità e possiede queste caratteristiche in quanto è fatta ad “immagine e somiglianza di Dio”.

Le diverse dimore del Castello corrispondono per Santa Teresa ai diversi gradi di orazione, ai quali l'anima è fatta giungere dal Signore nel cammino progressivo di purificazione, auto-appropriazione, e trasformazione in Dio. Ogni dimora ha molte stanze,"in alto in basso, ai lati": queste rappresentano l’immagine della molteplicità delle grazie (mistiche) che il Signore dona all'anima. Le stanze sono talmente numerose che non si possono conoscere tutte; abbiamo però a nostro conforto la certezza che Dio può e vuole donare tali grazie a tutti coloro che vi si dispongano.

Nel centro del castello si trova la dimora principale “che è quella dove si svolgono le cose di maggiore segretezza tra Dio e l’anima” (1M 1,3). Questa rappresenta “l’abitazione o il palazzo dove sta il Re” (1M 2,8 ), cioè Dio, il quale viene paragonato al sole che illumina tutte le dimore circostanti.

Gli abitanti del castello sono i sensi, mentre le potenze (facoltà) sono considerate “le guardie, i maggiordomi e i siniscalchi” (1M 2,4).

Per quanto riguarda il corpo, esso viene paragonato alla “rozza incastonatura di questo diamante” o al “muro di cinta di questo castello” (1M 1,2).

Il fossato tra corpo e anima è simbolo delle pieghe di assestamento esistenti tra il corpo e l’anima, costituisce il nido di animali molesti, come ad es. le dipendenze psicologiche che abbiamo nei confronti del potere, possesso, consumismo...ecc.

Quando l’anima cade in peccato mortale, si allontana dalla fonte di vita e “mette radici in un’altra fonte, dalle acque scurissime e maleodoranti” (1M 2,2). "Il Sole (Dio) continua a risplendere nel suo centro, (il Sole resta nell'anima in peccato mortale ancora per essenza, presenza e potenza), ma la sua luce non ha effetto sull’anima (l'anima non partecipa più della luce del Sole, si fa tenebre col demonio), perchè è come se questa fosse ricoperta dal “panno molto scuro” del peccato (1M 2,3). L'anima, però, conserva ancora la capacità di godere di Dio, anche se eventuali sue buone opere non le servono per l'acquisto della gloria (la santità), in quanto non procedono da Dio e quindi non gli possono essere accette. In questo stato di peccato mortale i sensi e le potenze si riducono in una “condizione di accecamento e di malgoverno” (1M 2,4). Questo può portare alla paralisi totale dell’anima, che va incontro a “grandi sventure e gravi pericoli” (1M 1,8 ).

Confrontando l’antropologia di S. Teresa con quella propostaci durante il corso di primo livello, abbiamo notato che la Santa (nelle I Mansioni) non fa distinzione tra lo spirito e l’anima, anche se parla di una Stanza “dove sta il Re”. Questa stanza potrebbe essere paragonata a ciò che nel corso di primo livello abbiamo conosciuto come “spirito”, ma la Santa non parla esplicitamente delle differenze che esistono tra questa stanza e l’anima.

Secondo quanto abbiamo appreso al corso di primo livello, lo spirito si trova nel centro dell’anima, ma distinto da essa, perchè dotato di un’intelligenza e volontà sopracoscienti e passive, mentre l’anima possiede un’intelligenza e una volontà coscienti ed attive. Lo spirito può entrare in contatto diretto con Dio, essendo costituito di un “tessuto” speciale creato a sua immagine (cioè costituito della stessa materia di Dio) e può prenderne la forma, cioè la somiglianza (la forma originaria dello spirito, persa con il peccato originale, ma che può essere ritrovata).

Se il diamante, con la sua bellezza, rappresenta bene lo spirito dell’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio, c’è parso che la grafite (costituita da atomi di carbonio come il diamante, ma disposti in modo diverso nello spazio) potesse simboleggiare lo spirito umano che, pur mantenendo l’immagine di Dio, ne ha perso la somiglianza.

Ciò che avviene nello spirito non può essere percepito dall’anima con le sue facoltà: ecco perchè S. Teresa dice che in questa stanza “si svolgono le cose di maggiore segretezza tra Dio e l’anima” (1M 1,3). L’anima a volte può riceverne dei riflessi creati, quelli che la santa chiama le “grazie” che Dio “ha la bontà di accordare alle anime” (1M 1,3).

Il compito dell’uomo quindi è quello di collaborare con Dio per trasformare il proprio spirito, nero e fragile all’inizio come la grafite, in un bellissimo diamante al cui centro risplende Dio. S. Teresa ci suggerisce che il primo passo da compiere è quello di entrare nel “nostro meraviglioso e delizioso castello” (1M 1,5), per dedicarsi alla conoscenza di se stessi.

Questo però non è un semplice invito all’introspezione. Subito dopo, infatti, aggiunge che “la porta di entrata a questo castello sono l'orazione e la meditazione” (1M 1,7). Ciò significa che si può conoscere se stessi solo in una relazione con Dio. Occorre volgersi “alternativamente su Dio e su di noi” (1M 2,10), come “l’ape che fabbrica continuamente nell’alveare il miele” ma “non tralascia di uscire e di volare per succhiare il nettare dei fiori.” (1M 2,8 ).

La conoscenza di sè acquisita in questo modo produce umiltà, che è condizione assolutamente indispensabile per proseguire il cammino.
Infine, S. Teresa ci invita alla vigilanza, per scoprire gli artifici ed evitare gli inganni del demonio, “qualora egli si trasformi in angelo di luce” (1M 2,15). Sono terribili infatti gli inganni e le astuzie del demonio per impedire alle anime di conoscersi e di rendersi conto del proprio cammino. Occorre quindi ricorrere spesso a Dio e prendere come intercessori Maria e i Santi affinché combattano per noi la battaglia contro il demonio.
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Jean
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MessaggioTitolo: Re: Report del Gruppo di studio su S. Teresa d’Avila: I° MANSION   Report del Gruppo di studio su S. Teresa d’Avila: I° MANSION Icon_minitimeGio 15 Mar - 19:02

Cio' che sto per dire, spero che non ferirà l'umiltà di chi ha lavorato:

Ho letto il vostro lavoro! devo dire che è un piccolo "capo lavoro". Sul serio, è ben fatto, e posso dire: non ci sono sbagli!!! e questo è difficile da realizzare, perchè sono pignolissimo.
Bravissimiiiiiiiiiiiiiiii
davvero.
Questo lavoro, per chi l'ha fatto, costituisce una base solidissima per la propria vita spirituale, per capire meglio di che cosa stiamo parlando. Ma anche per una ulteriore capacità di trasmettere la materia ad altri. E' un servizio reso a Gesù, quello di capire il Suo Dono, come riceverlo, ecc... Siamo nel cuore del Vangelo.
Chi non capisce di che cosa si tratta, non puo' insegnare. Ed ecco che avete "preso il toro per le corna" (espressione francese per dire che siete andati al cuore della difficoltà).
La questione antropologica è la questione di base. E avete fatto benissimo di cominciare con questa questione. Anzi, è santa Teresa che l'ha fatto. Quindi, avete fatto benissimo.

Apprezzo molto il paragone giustissimo tra la Stanza del Re e lo spirito. Aggiungo solo un punto: santa Teresa durante tutto il libro delle Mansioni (ma anche nei suoi altri scritti) non parla della distinzione tra anima e spirito! Lo fa solo nelle settime mansioni, e lo fa quasi di esperienza. Quindi avrete una maggiore chiarezza sulla questione arrivando alle settime mansioni! È un po strano da un lato (ma ha parlato della Stanza del Re), ma anche strano che non ci sia assolutamente nessuna menzione dello spirito!
Il suo modo di operare (all'opposto di s Giovanni della Croce) parte dell'esperienza e poi risale verso la realtà antropologica interiore. Basandosi sull'esperienza e sulle due ragioni che menziono adesso, riporta il fatto di parlarne. Ecco, bisogna ricordarci di due punti al meno: 1- lo spirito, per definizione, non si sente (come l'avete ribadito bene sopra) e 2- non si vede la distinzione tra spirito e anima (in modo quasi-sperimentale) che solo arrivando alle settime mansioni perché lo spirito si distacca (nasce in Dio) dalla madre (l'anima) solo li! L'estasi che è l'uscita del bimbo (lo spirito) e della parte superiore dell'anima (il placenta) insieme, l'estasi - dicevo - è per questo "dolorosa", straziante, attira verso il cielo, ma non lo dà, e allo stesso tempo, c'è ancora il corpo li, che tira verso sotto, allora dicevo, siccome ci sono queste due ragioni, lei non ha creduto opportuno parlarne.
Fino al fidanzamento spirituale si parla sperimentalmente della "parte superiore" dell'anima che include tutti e due: parte superiore dell'anima (la "madre") e lo spirito non ancora formato pienamente (il bimbo) e attaccato alla mamma.

Bravissimi, continuate. Mi piace questo lavoro, anche si immagino che sarà stato faticosissimo. (Mi ricordate un po gli inizi miei, e la fatica immensa che si fa per capire. Cosi potete indovinar perché c'è poca gente che insegna la Teologia spirituale: è la materia la più difficile in Teologia, perché non è solo un "sapere" (intellettuale), ma è anche un "conoscere" (sperimentale) con tutto cio che questo coinvolge di rischi di essere nell'illusione, di confusione dei livelli (perché ci sono delle somiglianza tra certe grazie o stati spirituali). Richiede anche di farsi discepolo di uno o più maestri.)

Non abbiate paura di cercare la chiarezza! Ma lavorate con prudenza e con umiltà. La prudenza intellettuale di non affermare una cosa quando non è chiara ancora, saggezza di aver pazienza di sopportare la tensione di essere in cammino: tensione tra da un lato un "capire un po'" e dall'altro "ancora di non vedere bene". È una sana tensione.. che richiede pazienza e tenacia.

"Je vous félicite" per questo lavoro. Vi prego soprattutto di continuare. Cosi date l'esempio agli altri. Spero che ci saranno al meno alcune orecchie non sorde.
A presto
Jean

PS Per favore mettete la citazione che manca (lo segnalato in rosso).Grazie.
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