Micro-introduzione alla Mistica Cristiana
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I.Quando si studia la Teologia Spirituale (la Mistica cristiana), una cosa da farsi è, naturalmente, cercare le Fonti.
Per far questo, ci poniamo la domanda: il Cristianesimo, propone forse una Mistica, un’esperienza di Dio, di Cristo? E se sì, qual è l’ambito di questa esperienza? La risposta alla prima domanda sicuramente è “sì”. Perciò per capire il contenuto di questa esperienza si deve risalire alle Fonti di essa. Si torna obbligatoriamente indietro all’inizio del Cristianesimo stesso.
Si comincia con l’affrontare le due grandi Colonne della Mistica, che hanno avuto, nella maniera più esplicita, accenti mistici e indicazioni per alimentare una via mistica:
S. Paolo (… - 67) e
S. Giovanni (indicati per ordine cronologico di morte) (… - 98/100).
Si può cominciare da loro a porsi le vere domande, perché hanno un posto a parte: essi hanno segnato il Corpo stesso della sacra Scrittura. In tal senso, si inseriscono a pieno diritto nella stessa Rivelazione poiché, secondo la fede cristiana, è la Parola di Dio stesso, Cristo, che parla e si esprime nella Scrittura (la Bibbia, l’Antico e il Nuovo Testamento). E’ per suo tramite, per eccellenza, che Cristo istruisce ogni cristiano, lo forma e lo arma per l’avventura spirituale.
E’ importante dire almeno una cosa su S. Giovanni e la sua posizione durante i primi secoli del Cristianesimo. Giovanni è l’unico (dico veramente l’unico) ad avere un suo appellativo distinto e significativo: fu chiamato molto presto “il Teologo” o ancora “il Divino”. La “Teologia” deve essere qui intesa nel suo senso antico e mistico di: contemplazione di Dio, conoscenza mistica di Dio, e di conseguenza, “esperienza di Dio”. Nessun altro ha avuto questo appellativo nei primi secoli. Giovanni è “il” Teologo per eccellenza, e se, in seguito, altri grandi Maestri furono detti “Teologi”, è sempre dopo S. Giovanni e “secondo S. Giovanni”.
Questo dovrebbe spingerci a considerare S. Giovanni come Fonte stessa della Mistica Cristiana (senza tuttavia trascurare S. Paolo e altri santi).
Dopo S. Paolo e S. Giovanni, dobbiamo andare alla ricerca del vero punto di partenza di una espressione esplicita della Mistica cristiana. Indubbiamente l'esperienza mistica esiste già fin dall’inizio. L’incontro che ogni cristiano vive con il Resuscitato, di fatto è la base della Mistica Cristiana, ma essa rimane una evidenza serena e “implicita”. In tal senso, qualunque autore Cristiano (Padri Apostolici, Padri del Deserto, Padri della Chiesa) è implicitamente mistico. Il passaggio ad un’espressione più manifesta avviene quando dei Maestri di vita spirituale si pronunciarono in maniera più esplicita parlando dello scopo della vita spirituale, delle tappe del percorso, e dei mezzi per avanzare verso questo fine. Si tratta di un autentico sviluppo della Dottrina cristiana, o della Rivelazione. Per rendere palpabile questo “passaggio”, tre sono i grandi Maestri incontestati:
Origene (185 - 254),
Gregorio di Nissa (331/334 - 394) e
Dionigi l’Areopagita (detto anche lo "Pseudo Areopagita") (V-VI al più tardi).
Gli altri autori cristiani dei primi secoli (i Padri Apostolici, i Padri del Deserto, i Padri della Chiesa), sembrano essere meno espliciti dei nostri 5 autori quanto a dimensione interiore e Mistica della vita cristiana.
Tuttavia, questi cinque autori non possono venire né disgiunti né tagliati fuori dagli altri autori, non avendo la pretesa di “inventare” nulla di “nuovo”.
E’ con la frequentazione e lo studio di questi 5 autori almeno che ci si può fare un’idea di quali siano le origini e le fonti della Mistica cristiana. La Mistica è l’esperienza del Resuscitato, di Dio-Trinità, è il cuore della vita cristiana, senza il quale essa cessa di essere “vita di grazia”, “Dono ricevuto da Dio”. La Mistica, come dicevamo sopra, è la Scienza Divina che ci viene data da Dio, “Scienza del Cammino” che è il Cristo, “Scienza dell’Amore”, come diceva S. Teresa del Bambin Gesù. Ogni
Cammino ha un
Fine (per la Mistica è l’Unione con Cristo-Dio e in seguito la Pienezza della Carità), ha delle
Tappe di crescita e infine dei
Mezzi per avanzare.
Se la Mistica è come la Perla preziosa che Dio ci dà in Cristo, nella vita si esprime in tre espressioni più “rugose” ed esteriori, che sono come una tripla conchiglia esterna:
1. La Regola della fede (il Credo, il Dogma)
2. La Celebrazione della fede (la Sinassi (la Messa), i Sacramenti di iniziazione (Battesimo, Eucarestia, Cresima) e gli altri Sacramenti) , e infine
3. Il modo di vivere la fede : i Comandamenti (la Morale)
La Mistica, cuore indispensabile della vita cristiana, non può essere separata dalle sue espressioni esteriori, qui sopra menzionate.
Il rapporto tra interiorità ed esteriorità nella vita cristiana è simile al legame esistente tra le due parti della doppia elica del DNA: una più interiore, l’altra più esteriore.
Inutile a dirsi che, se la Perla non viene mantenuta in attività, la vita cristiana rischia di ridursi alla tripla conchiglia esteriore, e di conseguenza irrigidirsi sempre più, fino a sparire del tutto.