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 La Scuola di Maria

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Jean
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MessaggioTitolo: La Scuola di Maria   La Scuola di Maria Icon_minitimeLun 31 Lug - 17:03

La Scuola di Maria
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Alcuni accenni sulla "Scuola di Maria"


1. "Scuole di preghiera"

Il Catechismo riconosce l'esistenza di "scuole di preghiera". Non si tratta di semplici "gruppi di preghiera", ma luoghi nei quali il fedele può imparare la Tradizione Vivente della Preghiera.
2689 I gruppi di preghiera, come pure le “scuole di preghiera” sono, oggi, uno dei segni e uno degli stimoli al rinnovamento della preghiera nella Chiesa, a condizione che si attinga alle fonti autentiche della preghiera cristiana.

2. Prima finalità della "Scuola di Maria": Scuola per diventare testimone della "Tradizione Vivente della Preghiera"

E' una scuola per imparare la "Tradizione Vivente della Preghiera". Intende offrire questo servizio nell'ambito della Chiesa. Accostandosi alle "fonti autentiche della preghiera cristiana" (2689). E' importante sostenere la Chiesa con strumenti organizzativi per promuovere la Tradizione Vivente della Preghiera e diffonderla come farebbe Maria.
2690 Lo Spirito Santo dà ad alcuni fedeli doni di saggezza, di fede e di discernimento in vista di quel bene comune che è la preghiera (direzione spirituale). Gli uomini e le donne che ne sono dotati sono veri servitori della vivente tradizione della preghiera.

3. Seconda finalità della Scuola di Maria: scuola per imparare a diventare "veri servitori della Tradizione Vivente della Preghiera"

Insegnare la vita spirituale e provvedere dell'accompagnamento spirituale sono importanti per sviluppare una vita spirituale profonda (uomini e donne). Il secondo e ultimo scopo della Scuola di Maria è di fornire una valida educazione per il fedele che si sente chiamato ad assumersi la responsabilità dell'educazione spirituale e a sostenerne la crescita. E' dunque una scuola nella quale si può imparare "ad insegnare" (il know-how) e a trasmettere la vita spirituale.
2690 Per questo l'anima che vuole progredire nella perfezione, deve, secondo il consiglio di san Giovanni della Croce, “guardare attentamente in quali mani si mette perché il discepolo sarà uguale al maestro, il figlio al padre”. E ancora: “E' necessario che [la guida] sia saggia, prudente e ricca di esperienza. . . Se i direttori non hanno anche l'esperienza di quanto è più sublime, mai riusciranno ad incamminarvi le anime, allorché Dio ve le vorrà condurre”, anzi non le comprenderanno neppure [Cf San Giovanni della Croce, Fiamma viva d'amore, strofa 3].

4. L'Associazione come "mezzo" per diffondere il messaggio della Tradizione di Preghiera

I fedeli hanno il diritto di "unirsi in associazioni" (900) al fine di diffondere il messaggio. La forma di un'Associazione Cattolica puo' essere un modo per rinforzare tutto ciò che è stato realizzato e per diffonderlo.
900 I laici, come tutti i fedeli, in virtù del Battesimo e della Confermazione, ricevono da Dio l'incarico dell'apostolato; pertanto hanno l'obbligo e godono del diritto, individualmente o riuniti in associazioni, di impegnarsi affinché il messaggio divino della salvezza sia conosciuto e accolto da tutti gli uomini e su tutta la terra; tale obbligo è ancora più pressante nei casi in cui solo per mezzo loro gli uomini possono ascoltare il Vangelo e conoscere Cristo. Nelle comunità ecclesiali, la loro azione è così necessaria che, senza di essa, l'apostolato dei pastori, la maggior parte delle volte, non può raggiungere il suo pieno effetto [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 33].

5. La "Scuola di Maria"

Maria ci mostra il cammino: suo figlio Gesù e Dio. Prendiamo il nome di "Scuola di Maria" dal nucleo essenziale della Tradizione Vivente. Le Scritture spiegano il posto e il ruolo di Maria nella nostra vita spirituale e ci invitano a dire: "Tutte le cose buone sono venute a me attraverso di lei, e nelle sue mani ineguagliabile ricchezza. Ho gioito in tutti loro, perché la saggezza li conduce; ma non sapevo che lei fosse la loro madre" (Sg 7,11-12). Nel segreto del nostro cuore Maria ci insegna, con l'esempio e con il suo aiuto, a seguire Gesù. Essa è in realtà "il perfetto Orante (pregante)" (3679).
2674 Dopo il consenso dato nella fede al momento dell'Annunciazione e mantenuto, senza esitazione, sotto la croce, la maternità di Maria si estende ora ai fratelli e alle sorelle del Figlio suo, “ancora pellegrini e posti in mezzo a pericoli e affanni” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 62]. Gesù, l'unico Mediatore, è la Via della nostra preghiera; Maria, Madre sua e Madre nostra, è pura trasparenza di lui: ella “mostra la Via” [“Hodoghitria”], ne è “il Segno”, secondo l'iconografia tradizionale in Oriente e in Occidente.

6. L'esistenza di una "Tradizione di Preghiera"

Gli Apostoli dissero al Signore: "Signore, insegnaci a pregare" (Luca, 11,1): questo ci porta a scoprire due fatti:
i) l'esistenza di una "Tradizione di Preghiera": è un dovere imparare questa tradizione, riceverla e tenerla viva.
ii) la necessità di insegnare a pregare: è un dovere insegnare questa tradizione con tutti i mezzi: corsi, libri ecc.
Capitolo II: La Tradizione di preghiera: 2650 La preghiera non si riduce allo spontaneo manifestarsi di un impulso interiore: per pregare, bisogna volerlo. Non basta neppure sapere quel che le Scritture rivelano sulla preghiera: è necessario anche imparare a pregare. E' attraverso una trasmissione vivente (la sacra Tradizione) che lo Spirito Santo insegna a pregare ai figli di Dio, nella Chiesa “che crede e che prega” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 8].

7. La chiamata universale alla pienezza

La chiamata universale alla pienezza della Vita cristiana (l'Unione con Dio) e alla perfezione della carità è una chiamata ad ogni essere umano. Perciò è nostro dovere guardare con grande attenzione ai "mezzi" che Dio ci ha dato attraverso la Tradizione Vivente di Preghiera, per raggiungere questa pienezza. Di fatto, la strada maestra che ci viene offerta è la Tradizione Mistica della Chiesa.
2013 “Tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 40]. Tutti sono chiamati alla santità: “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48 ) :
Per raggiungere questa perfezione, i fedeli usino le forze ricevute secondo la misura del dono di Cristo, affinché, in tutto obbedienti alla volontà del Padre, con tutto il loro animo si consacrino alla gloria di Dio e al servizio del prossimo. Così la santità del popolo di Dio crescerà apportando frutti abbondanti, come è splendidamente dimostrato, nella storia della Chiesa, dalla vita di tanti santi [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 40].


2014 Il progresso spirituale tende all'unione sempre più intima con Cristo. Questa unione si chiama “mistica”, perché partecipa al mistero di Cristo mediante i sacramenti - “i santi misteri” - e, in lui, al mistero della Santissima Trinità. Dio ci chiama tutti a questa intima unione con lui, anche se soltanto ad alcuni sono concesse grazie speciali o segni straordinari di questa vita mistica, allo scopo di rendere manifesto il dono gratuito fatto a tutti.

8. E' dovere del fedele impegnarsi a diffondere il Messaggio

In virtù del battesimo, come laici cristiani noi abbiamo la responsabilità di impegnarci e lavorare per far conoscere la Tradizione Vivente della Preghiera.

E' anzi un dovere "pressante" per noi laici cristiani, perché possiamo raggiungere persone che i pastori della Chiesa non possono raggiungere. Tale obbligo è ancora più pressante nei casi in cui solo per mezzo loro gli uomini possono ascoltare il Vangelo e conoscere Cristo (900).
Attraverso questo "mandato" noi scopriamo la fonte della nostra missione per diffondere la Tradizione di Preghiera.

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Ultima modifica di il Gio 17 Gen - 3:04 - modificato 6 volte.
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MessaggioTitolo: La Visione   La Scuola di Maria Icon_minitimeVen 10 Nov - 4:05

La Visione


Cari amici,

vorrei spiegarvi la mia visione.
Ne avete un esempio sul mio sito, quando spiego la Facoltà di Mistica.
"Mistica", "spiritualità", "teologia spirituale" sono per me la stessa cosa, sono il Soggetto, la Scienza, ma forse anche la Facoltà che sviluppa, spiega, presenta e fa ricerca intorno al rapporto tra Dio e l'essere umano, e che gli offre la possibilità di raggiungere il massimo livello di sviluppo spirituale. Questo sviluppo ha diverse fasi; le due principali sono l' "unione con Dio" ("matrimonio spirituale", o "acquisizione dello Spirito Santo") e la "pienezza della carità".

Si trova un accenno di questa scienza nella quarta parte del Catechismo della Chiesa Cattolica, dedicata alla vita spirituale, alla "preghiera", e alla spiegazione del Padre Nostro. Ma questa quarta parte è la sorgente delle altre tre, e l'insegnamento contenuto in essa è l'insegnamento fondamentale per tutti coloro che vogliono raggiungere la Vita divina nel modo migliore e più diretto: è quindi l'insegnamento più vitale e decisivo per la nostra vita qui sulla terra; perciò dobbiamo diventare esperti e competenti in questa scienza. E' l'unica scienza che dobbiamo obbligatoriamente imparare sulla terra: amare Dio con tutto il nostro cuore e con tutta la nostra energia.

Questo soggetto è oggi molto poco conosciuto, poco esposto e poco insegnato: dobbiamo perciò agire. Ecco la mia visione e il mio piano d'azione:

Oggi, per la nostra generazione, il primo passo da compiere (per porre le fondamenta) – un passo che richiede molto lavoro e competenze – è costituire ciò che possiamo definire un "corpo dottrinale", cioè i contenuti sostanziali di questo insegnamento di teologia spirituale.

Questo è il compito urgente e importante, che non può essere eluso e deve essere realizzato per primo, perché è il fondamento su cui altre generazioni possono costruire la loro vita, le loro attività e la loro vita pastorale (vita spirituale).

Questo è il motivo per cui dedico tutte le mie energie alla costruzione di questo "corpus doctrinae" ("corpo dottrinale") della vita spirituale. Lo faccio seguendo la Tradizione Vivente comune della Chiesa orientale e occidentale. La mia impostazione è cattolica, insieme occidentale e orientale: come ha detto Papa Giovanni Paolo II, "dobbiamo respirare con entrambi i polmoni" (la Tradizione Vivente della Chiesa occidentale e orientale).

Come sapete ho strutturato la vita spirituale, come di consuetudine, in tre livelli. Ogni livello occupa un anno di insegnamento universitario: abbiamo molto da imparare. Ma come è ovvio, si impara non solo con la mente, ma con tutto il nostro essere.

Il mio scopo è definire (per iscritto) nel modo più chiaro possibile e in forma moderna questi tre anni di insegnamento: definirli, strutturarli e trasmetterne i contenuti: un intero "corpus doctrinae spiritualis" (un "corpo dottrinale della vita spirituale").

Per raggiungere questo scopo ho bisogno del vostro aiuto e della vostra collaborazione, delle vostre competenze e della qualità del vostro lavoro e della vostra vita spirituale.

Per definire questo "corpo dottrinale" dobbiamo esporlo in forma trasmissibile: in forma scritta, audiovisiva ecc.: ecco perché vi chiedo di aiutarmi, ognuno secondo le sue capacità, disponibilità e volontà.
Il vostro contributo consisterà soprattutto nell'elaborarlo in italiano. Io ho incominciato elaborandolo nella mia lingua madre, il francese; quindi in arabo e in inglese.

Ora, come avete notato, stiamo incominciando con il corso di primo livello e lo rielaboreremo come meglio potremo, con l'aiuto di Dio, in forma scritta. Così molti potranno accedere a questa conoscenza vitale ed essenziale.

Chiunque, nessuno escluso, può partecipare all'impresa. Contano solo le qualità. Non scelgo le persone. Le migliori persone disponibili sono chiamate a partecipare. Ma ricordate che in questa impresa su larga scala sono necessari tutti i tipi di competenze, e che sono essenziali anche i compiti e le competenze più umili, come rivedere i testi, correggere le bozze, la redazione ecc.

Vi prego di trasmettere a tutti questo messaggio.
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MessaggioTitolo: Re: La Scuola di Maria   La Scuola di Maria Icon_minitimeMar 30 Gen - 15:06

Ecco un esempio di come la Liturgia (la Lex orandi) orienta la nostra vita spirituale. Abbiamo qui sotto una Messa votiva della Chiesa universale (Romano), la Messa n°32 "Maria Vergine Madre e Maestra spirituale". Questa Messa mette in rilievo l'experienza della Chiesa, l'intuizione che ella ha di Maria tale Madre e Maestra spirituale.
Vi propongo i testi di questa Messa come si trovano nel Messale Mariano della Chiesa Universale (Romano). Cosi potrete meditarli e avere un orientamento solido per capire meglio come Maria interviene, nel segreto del nostro cuore per insegnarci.

32. MARIA VERGINE MADRE E MAESTRA SPIRITUALE

Introduzione storica a questa Messa votiva:

I fratelli e le sorelle dell'ordine Carmelitano, sia quelli che praticano l'antica osservanza sia quelli che seguono la riforma operata da santa Teresa di Gesù († 1582), si adoperarono sempre molto affinché si diffondessero ovunque e in profondità l'amore per l'orazione, l'impegno per conseguire la perfezione evangelica e il culto verso la Madre di Cristo. Venerano soprattutto la beata Vergine sotto il titolo «del Monte Carmelo»; mentre compiono il viaggio verso «il santo monte, Cristo Gesù» (Colletta), li custodisce come Madre amorevolissima, li protegge come patrona indefettibile, li accompagna come sorella fedele. Le Carmelitane, meditando assiduamente tutto il mistero della beata Vergine Maria, si soffermano volentieri a contemplare la Vergine o intenta all'orazione o nella sua vita nascosta o mentre riflette inferiormente sulle parole del Signore o mentre si dedica alle opere di carità. I fratelli e le sorelle del carmelo hanno sempre riconosciuto la beata Vergine come «madre e maestra spirituale» e «con la forza del suo amore conduce alla carità perfetta» (Prefazio), i figli che «continua a generare con la Chiesa» a Dio (Prefazio). Nel formulario la Madonna viene celebrata come:

- Maestra che, custodendo nel suo cuore le parole di Gesù (cfr Alleluia, Antifona alla Comunione, Le 2,19.51), ci «insegna con il suo esempio» (Orazione sulle offerte) «il timore di Dio» (Antifona d'ingresso, cfr Sal 33 [34], 12); maestra che noi supplici vediamo come «modello della vita evangelica» (Prefazio) e dalla quale impariamo ad amare Dio «sopra ogni cosa con il suo cuore», a «contemplare con il suo spirito il Verbo», a dedicarci «con la stessa sollecitudine» ai fratelli sofferenti (Prefazio);

- Madre, che ci invita soavemente a salire «sul monte del Signore» (Antifona d'ingresso; cfr Is 2,3) che e il Cristo stesso (cfr Colletta); madre, per mezzo della quale la sapienza dice: «Chi trova me, trova la vita» (Pro 8,34; cfr Prima Lettura, Pro 8,17-21.34-35); madre che, avendoci ricevuti come figli presso la croce del Signore (cfr Vangelo, Gv 19,25-27), ci «protegge con il suo aiuto», (Orazione sulle offerte) e ci assiste con la sua «intercessione materna» (Colletta).

Questa messa é stata tratta, con alcune variazioni, dal Proprio delle messe dell'Ordine dei carmelitani Scalzi delle beata Vergine del Monte Carmelo, Curia Generalizia, Roma 1973, pp. 51-52.90.


Ultima modifica di il Mar 30 Gen - 15:16 - modificato 2 volte.
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MessaggioTitolo: Re: La Scuola di Maria   La Scuola di Maria Icon_minitimeMar 30 Gen - 15:09

ANTIFONA D'INGRESSO Sal 33,12; cfr Is 2,3

Venite, figli, ascoltatemi;
vi insegnerò il timore di Dio.
Venite, saliamo sul monte del Signore,
perché ci indichi i suoi sentieri.

COLLETTA

Assisti i tuoi fedeli, Signore, nel cammino della vita,
e per l'intercessione materna
della beata Vergine Maria, madre e maestra,
fa' che giungiamo felicemente
al tuo santo monte, Cristo Gesù, nostro Signore.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

SULLE OFFERTE

Accogli, o Signore, i doni che ti offriamo;
e per l'intercessione della Vergine Maria,
che ci illumina con il suo esempio e ci protegge con il suo aiuto,
fa' che fedeli agli impegni del Battesimo
serviamo con tutto il cuore te e i fratelli.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIOLa Vergine, madre e maestra, ci sostiene con il suo amore e ci istruisce con i suoi esempi

V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito
V. In alto i nostri cuori.
R. Sono rivolti al Signore.
V. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
R. È cosa buona e giusta.

A E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza, *
rendere grazie sempre e in ogni luogo *
a te, Signore, Padre santo, *
Dio onnipotente ed eterno. **

B Noi ti lodiamo, ti benediciamo, *
ti glorifichiamo, *
nella memoria della beata sempre Vergine Maria. **

Intimamente associata al mistero di Cristo redentore, *
continua a generare con la Chiesa nuovi figli, *
che attira a te con il suo esempio
e con la forza del suo amore conduce alla carità perfetta. **

Alla sua scuola
riscopriamo il modello della vita evangelica; *
impariamo ad amarti sopra ogni cosa con il suo cuore
per servirlo con la stessa sollecitudine nei fratelli. **

A E noi, *
uniti ai cori degli angeli, *
cantiamo esultanti * l'inno della tua lode: **

Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Osanna nell'alto dei cieli.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Osanna nell'alto dei cieli.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE Lc 2,19
Maria custodiva in sé tutte queste cose,
e le meditava nel suo cuore

DOPO LA COMUNIONE
O Padre, che alla mensa dei santi misteri
ci hai nutriti del corpo e sangue del tuo Figlio,
fa' che nella fedele imitazione delle virtù di Maria,
viviamo in continua comunione con te,
per testimoniare al mondo le meraviglie del tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.
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MessaggioTitolo: Re: La Scuola di Maria   La Scuola di Maria Icon_minitimeMar 30 Gen - 15:18

PRIMA LETTURA
Chi trova me, trova la vita.
Dal libro dei Proverbi 8, 17-21.34-35

Così parla la Sapienza di Dio:

«Io amo coloro che mi amano
e quelli che mi cercano mi troveranno.
Presso di me c'è ricchezza e onore,
sicuro benessere ed equità.
Il mio frutto vai più dell'oro, dell'oro fino,
il mio provento più dell'argento scelto.
Io cammino sulla via della giustizia
e per i sentieri dell'equità,
per dotare di beni quanti mi amano
e riempire i loro forzieri.
Beato l'uomo che mi ascolta,
vegliando ogni giorno alle mie porte,
per custodire attentamente la soglia.
Infatti, chi trova me trova la vita,
e ottiene favore dal Signore».

Parola di Dio.

Oppure:
Il mio tempio si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli.

Dal libro del profeta Isaìa 56, 1.6-7

Così dice il Signore:

«Osservate il diritto e praticate la giustizia,
perché prossima a venire è la mia salvezza;
la mia giustizia sta per rivelarsi.

Gli stranieri, che hanno aderito
al Signore per servirlo
e per amare il nome del Signore,
e per essere suoi servi,
quanti si guardano dal profanare il sabato
e restano fermi nella mia alleanza,
li condurrò sul mio monte santo
e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera.

I loro olocàusti e i loro sacrifici
saliranno graditi sul mio altare,
perché il mio tempio si chiamerà
casa di preghiera per tutti i popoli».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 14

R. I puri di cuore abiteranno nella casa del Signore.

Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Colui che cammina senza colpa,
agisce con giustizia e parla lealmente,
chi non dice calunnia con la sua lingua, R.

Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulto al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi tema il Signore. R.

Chi presta denaro senza fare usura,
e non accetta doni contro l'innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre. R.

CANTO AL VANGELO Cfr Lc 2, 19

R. Alleluia, alleluia.

Te beata, o Vergine Maria:
custodivi la parola di Dio
meditandola nel tuo cuore.

R. Alleluia.

VANGELO
Stendendo la mano verso i discepoli disse: Ecco mia madre e i miei fratelli.

Dal Vangelo secondo Matteo 12, 46-50

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli.

Qualcuno gli disse: «Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti».

Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».

Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre».

Parola del Signore.

Oppure:

Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio.

Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 25-27

In quell'ora, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.

Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre! ». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

Parola del Signore.
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MessaggioTitolo: Re: La Scuola di Maria   La Scuola di Maria Icon_minitimeVen 20 Lug - 19:22

Il significato della Festa della Madonna del Carmelo per la Scuola di Maria
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Per chi fa parte della Scuola di Maria, da vicino o da lontano, è importante capire il posto di questa Festa della Madonna del Carmelo, festa che è celebrata ogni anno il 16 Luglio. In un certo senso si puo' dire che questa festa è la Festa Patronale della Scuola di Maria, la festa principale, il giorno più importante – in modo locale – durante l'anno per la Scuola di Maria.
Cerchiamo di capire sia questa festa sia approfondire il significato della Scuola di Maria, perché si rispecchiano.
Per capire questa festa dobbiamo prima considerare vari aspetti che compongono questa Festa.

Il Carmelo

Questa festa è legata ad un luogo carico di significati: il Carmelo (in ebraico: vigna (carm) di Dio (El)). Prima di tutto, questo luogo è una montagna. A 30 km da Nazareth, al confine tra la Samaria e la Galilea, il Monte Carmelo (dall’ebraico Karèm el = giardino e vigna di Dio) è simbolo di grazia, di benedizione e di bellezza a causa della sua ricca vegetazione (Is 35,2 ; Ger 50,19). La Sacra scrittura, per parlare di bellezza parla del Carmelo. Quindi non è solo sinonimo di bellezza, ma referenza per la Bellezza. Non è l’altezza della Montagna che colpisce (di fatti è un monte, non una grande montagna), ma è la sua bellezza. Di solito l’altezza è la prima caratteristica di una montagna, ed è simbolo di vicinanza a Dio.
Il secondo punto che colpisce è che questo monte è sul Mare.
Di più, l’archeologia ci mostra che ci sono delle cavi, tali luoghi di vita che offrono la possibilità per la meditazione e la contemplazione. È quindi un luogo, nella sua topologia, abitabile per gli essere umani. Le cavi sono orientate verso il Mare. Il Mare è la fonte della pioggia, e questa è la fonte della vita naturale, e simbolo di quella spirituale.

Elia

Cio che caratterizza questo Monte non è solo il suo aspetto fisico, ma sono le persone che ci hanno vissuto. La persona più importante è il Profeta Elia. Avendo vissuto in questo Monte una grande parte della sua vita, e avendoci compiuto atti di grandissima importanza da al Carmelo un rilievo unico.
Per la Bibbia il Monte Carmelo è soprattutto il monte della rinnovazione dell’alleanza e degli interventi di Dio per mezzo del profeta Elia. Dopo la sfida del fuoco, gli Israeliti ritornano all’unico Dio e rinnovano l’Alleanza con lui (1Re 18,20-40). E’ quindi il luogo del ritorno al vero culto.
La “scuola dei Profeti” , i seguaci di Elia: Eliseo, e un numero di “fratelli profeti” (1R 20,35; 2R 2,3.5.7.15; 4,1.38; 5,22; 6,1; 9,1).

Maria, “Madonna del Carmelo”

L’espressione “del Carmelo” sottolinea la relazione che esiste tra Maria e il Carmelo. Prima di tutto, geograficamente, il Carmelo non è lontano da Nazareth. Ma non è la ragione principale del legame misterioso tra Maria e il Carmelo. E’ piuttosto il legame che esiste tra il Profeta Elia e Maria, un legame che ha potuto solo essere capito e sviluppato dopo la venuta di Cristo. Sono i seguaci di Elia che hanno approfondito questa misteriosa relazione tra Elia e Maria.

Gli eremiti del Monte Carmelo

Prima della venuta di Cristo e dopo la sua venuta ci sono sempre stati delle persone che hanno cercato Dio che hanno vissuto su questo Monte. Elia ne è il Capostipite, per importanza e per carisma. Ma anche dopo Cristo, abbiamo due epoche, una bizantina-greca e una latina, fino al 12-13 secolo quando si stabilirono i musulmani. E’ il gruppo di questi eremiti vivendo sul Monte Carmelo che prenderà sempre più coscienza sia del suo legame con Elia il Profeta, sia della nuova dimensione, la dimensione di Maria come Signora del luogo.
Come abbiamo visto, il Carmelo è un punto di riferimento per la bellezza. Per esprimere la bellezza della Sposa, il Cantico dei Cantici la paragona al Carmelo. Maria è l’archetipo di questa Sposa, la sua realizzazione la più perfetta.
Il Monte come simbolo, è il simbolo di Cristo stesso che, come una Montagna, ci permette di salire tutta la sua altezza, cosi arriviamo alla pienezza della sua statura. “finché giungiamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio a un uomo perfetto, alla misura della statura della pienezza di Cristo” (Ep 4,13). Il Figlio del Uomo è venuto per farci tornare alla vetta del Monte, cioè all’Unione con Lui. “Sei giorni dopo Gesú prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello, e li condusse, sopra un alto monte, in disparte; e fu trasfigurato alla loro presenza” (Mt 17,1-2) Maria è il Dono che Cristo ci da, come le Sue proprie mani, che ci “prendono con se”, per farci salire in Cristo, per arrivare alla pienezza della sua statura. Lei conosce la Strada di questa salita, Lei ne è la guida la più sicura, è Lei che ha trovato grazia agli occhi di Dio (vedi Luca 1,30).
Di più, riferendoci sia alla Sacra Scrittura, sia ad Elia, troviamo al meno due segni forti che fanno allusione a Maria. È la tradizione patristica e quella carmelitana che, con l’aiuto dello Spirito Santo, vedranno questi simboli mariani nella vita di Elia come ci viene presentata dalla Bibbia.

La Nuvoletta

La vita di Elia come ci viene raccontata comincia con un fatto maggiore che fa si che i capitoli 17 e 18 del primo libro dei Re è come messo tra due parentesi: l’inizio del capitolo 17 è l’inizio della siccità e la fine del capitolo 18 è la fine della siccità. Questo testo, letto dopo Cristo viene capito in modo profondo, dando all’acqua il significato della Grazia. La siccità è lo stato del mondo senza l’Acqua dello Spirito Santo che Cristo è venuto a portarci. Ad un certo momento della sua vita, Elia aspetta l’Acqua divina: nel suo modo di pregare, di sperare ci mostra la strada.
“Elia salí in vetta al Carmelo si piegò fino a terra e si mise la faccia tra le ginocchia, e disse al suo servo: «Ora sali e guarda dalla parte del mare!». Egli salí, guardò e disse: «Non c'è niente». Elia gli disse: «Ritorna a vedere, per sette volte». La settima volta, il servo disse: «C'è una nuvoletta grossa come la palma di una mano, che sale dal mare». Allora Elia disse: «Sali e di' ad Achab: "Attacca i cavalli al carro e scendi prima che la pioggia ti sorprenda"». In breve tempo il cielo si oscurò a motivo delle nuvole e del vento e cadde una grande pioggia.” (1 Re 18,42-45)
Questa nuvoletta è stata vista dalla tradizione come il simbolo di Maria che porterà le nuvole grandi, Cristo, che daranno la Pioggia divina: le Parole di Vita Eterna, e lo Spirito Santo.
Per ben sette volte, con convinzione e insistenza Elia prega e supplica Dio, ma anche aspetta e spera. Ed ecco che una nuvoletta grossa come la palma di una mano sale dal mare. Capiamo meglio il la posizione geografica di questo Monte: è situato davanti al Mare, e l’acqua sale dal Mare!
Tutta la vita del Profeta Elia ha essenzialmente due aspetti, e sono tutti e due dovuti all’intensità contemplativa della sua vita:

1- Il fatto di vivere nella presenza di Dio, fedele alla Parola di Dio con la quale chiude i cieli (1Re 17), e attivo nella contemplazione profonda (lo vediamo mettere la sua testa tra le ginocchia (1 Re 18,42ss) posizione della preghiera del cuore). 1 Re 17,1: “è vivo il Dio in cui presenza mi metto” (vedi anche l’incontro con Dio 1Re 19,9-21)
2- Brucia di Zelo spirituale ispirato da Dio, risultato e effetto dello spessore contemplativo della sua vita. 1 Re 19,10: “brucio di zelo per Dio” E questo zelo lo porta a
a) tornare all’Horeb, montagna di Dio, dove Dio parlo’ a Mosè (1 Re 19)
b) rinnovare il Culto (con i profeti di Baal 1Re 18,20-40)
c) formare la scuola dei profeti e seguaci, ai quali egli trasmette il suo spirito (vedi 1R 20,35; 2R 2,3.5.7.15; 4,1.38; 5,22; 6,1; 9,1)


Il Carro di fuoco

Un altro simbolo di Maria ci viene dato nel modo con il quale la vita di Elia finisce. Ed è una visione che è concessa da Dio ad Eliseo suo discepolo e continuatore, e a tutti i continuatori di Elia, ed è il Segno della recezione del doppio spirito di Elia. Prima di sparire, Elia dice ad Eliseo: «Chiedi ciò che vuoi che io faccia per te, prima che sia portato via da te» (2R 2,9), e questi li fa sapere che vuole la continuità della vita e missione, vuole che Elia abbia una stirpe e che ormai Eliseo diventa il nuovo capostipite: «Ti prego, fa' che una doppia porzione del tuo spirito venga su di me» (2 R 2,10). La trasmissione della Tradizione profetica non è una cosa umana, è una cosa concessa solo da Dio: “Tu hai chiesto una cosa difficile”. E Elia dà il Segno della vera trasmissione: “se mi vedrai quando sarò portato via da te, ciò ti sarà concesso, altrimenti non l'avrai”. Quindi si Dio concede ad Eliseo la contemplazione della vera natura di Elia, allora, lo Spirito della Tradizione profetica è passato. Perché è lo Spirito che fa vedere, non la capacità umana. “Ora, mentre essi camminavano discorrendo, ecco un Carro di fuoco, e cavalli di fuoco li separarono l'uno dall'altro, ed Elia salí al cielo in un turbine. Eliseo vide ciò” (2 Re 2,12) Il vero Carro di fuoco è Maria, è lei che è piena del Fuoco dello Spirito Santo (piena di grazia), è tutta trasformata in Dio. Secondo la Tradizione Cristiana, Maria non muore, il suo corpo non vede la morte, perché è già tutto trasformato dalla Risurrezione della Carne di Cristo, partecipa pienamente alla Risurrezione della Carne.
Elia, essendo cosi legato a Maria, in anticipo sperimenta le primizie della Risurrezione della Carne, ed è il Carro di Fuoco, simbolo di Maria, con la carne partecipando pienamente alla Risurrezione della Carne di Gesù che viene a prendere Elia.


Signora dei luoghi

Nel trascorrere del tempo, lo Spirito agisce nei cuori e nella mente degli eremiti del Monte Carmelo, e dispiega davanti ai loro occhi i vari aspetti che fanno di Maria la vera Signora di questo Monte, la vera Signora di luoghi. Quando nel 1209 chiedono al Vescovo di Gerusalemme di sancire la loro Regola, senza esitazione si daranno un nome che dice tutto: “Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo” . Questa espressione “fratelli” di Maria, è estremamente audace, ma mostra la comprensione forte e chiara della qualità intima del legame che esiste prima tra Elia e Maria e quindi tra i successori e seguaci di Elia e Maria. L’unione tra Elia e Maria è celebrata dalla Tradizione carmelitana.

Maria e la bellezza

Il Carmelo, come Monte, ma anche come lo Spirito di una famiglia di Profeti discepoli e seguaci di Elia, è tutto portato alla contemplazione della Bellezza. Dio è il Bello per eccellenza, e la Somiglianza di Dio in noi che abbiamo perso con la caduta, ci viene data in questa terra di Maria, in questa proprietà di Maria: il Carmelo. Come Elia, i suoi seguaci sono presi dalla Bellezza di Dio riflessa in Maria, e ne sono attratti ed innamorati.
Il Fuoco, la Natura divina, riempie sia Maria, sia Elia, sia il Carmelo. Basta leggere il Siracide al capitolo 48 per vedere quanto il Profeta Elia richiama il Fuoco.
Contemplare il Fuoco divino e come prende nella natura umana, la trasforma, la rende incandescente, la fa bruciare senza consumarsi, come il Roveto Ardente (Esodo 3), è l’oggetto fondamentale della contemplazione del seguace di Elia. E’ anche la contemplazione di Gesù trasfigurato, parlando con Elia profeta di Fuoco. E’ anche la contemplazione della natura del Risorto, realtà del mondo avvenire, dell’Ascensione del suo Corpo nel Fuoco Divino e il rimanerci dentro, per tutto il resto dell’Eternità. È anche la contemplazione del Corpo di Maria, che partecipava già della Risurrezione e ne ha riflettuto già un aspetto: l’incorruttibilità, e il fatto di stare dentro la Natura divina.
“La nostra cittadinanza infatti è nei cieli, da dove aspettiamo pure il Salvatore, il Signor Gesú Cristo, il quale trasfigurerà il nostro umile corpo, affinché sia reso conforme al suo Corpo glorioso, secondo la sua potenza che lo mette in grado di sottoporre a sé tutte le cose.” (Filippesi 3,20-21)
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MessaggioTitolo: Re: La Scuola di Maria   La Scuola di Maria Icon_minitimeVen 20 Lug - 19:22

La Festa della Madonna del Carmelo

Il fatto che i musulmani abbiano preso possesso della Terra Santa ha obbligato questi eremiti seguaci di Elia, amanti di Maria di dover distaccarsi da questo Monte. Un atto certo molto doloroso di lasciare i luoghi cosi cari. Ma questo atto, fatto nella fiducia nella Provvidenza dell’aiuto di Maria porterà grandi frutti. È quindi un trapianto, dal Carmelo mediorientale fino all’Europa: Valencienne (Francia, 1235) , Hulne (Scozia, 1241) Aylesford (Inghilterra, 1242), Parigi (1245), Montpellier (1256),. La nuova presenza in Europa di questi Eremiti sconosciuti minacciava la loro sopravvivenza. La chiesa occidentale non le conosceva, e non voleva aumentare il numero degli ordini religiosi. Quindi i tesori della loro ricchissima tradizione eliano-mariana rischiava di sparire completamente. Davanti a questo pericolo, il loro superiore, Simone Stock (+1265), inglese, pregava molto la Madonna, Signora della loro vita di aiutarli a creare di posti dove lei sarà la vera Signora dei luoghi. Ed è cosi che Maria li appare (il 16 Luglio 1251) e li ri-dà lo Scapolare come Segno palpabile della Sua protezione, sopravvivenza. Non avendo il Monte Carmelo come posto del quale essere padrona, Lei copre ormai l’essere umano (non il posto fisico geografico, ma l’essere umano stesso) dal “Manto” di sua presenza efficace. Il vero Monte da abitare appare ormai con chiarezza: è interiore, e l’avventura dell’abitare questo Monte diventa un’avventura tutta interiore, accessibile a chi ne è chiamato personalmente da Maria.
È cosi, trapiantati in Europa e forti da questo approfondimento del Cammino spirituale, che i seguaci di Elia e di Maria cominciano una tappa nuova nello spargere questo “doppio spirito” secondo la domanda di Eliseo discepolo per grazia di Elia: «Ti prego, fa' che una doppia porzione del tuo spirito venga su di me» (2 R 2,10).

La centralità del Carmelo nella Chiesa

La Festa della Madonna del Carmelo, è la festa nella quale, a partire della fine del XIV secolo, i Carmelitani commemorano tutte le grazie ricevute da Maria, specialmente la sua visita a san Simone Stock in Inghilterra. In questa festa si celebra Maria in quanto figura del Monte Carmelo, Maestra e Guida che porta ogni Cristiano verso la vette del Monte che è Cristo. Nel 1726, il Papa Benedetto XIII estende la festa alla chiesa universale. Alcuni autori hanno interpretato le parole di Teresina parlando del cuore della Chiesa come essendo il Carmelo che è nel cuore della Chiesa. Essendo il carmelo tutto mariano, e Maria essendo l’esempio, il tipo di ogni cristiano (cfr. Lumen Gentium capitolo 8 ), si capisce perché questa festa che normalmente dovrebbe appartenere solo all’ordine del Carmelo è proposta a tutta la Chiesa. Di fatti, il significato profondo di questa festa Mariana tocca tutta la Chiesa. Essa mette in rilievo tutta la dimensione spirituale e contemplativa della Chiesa. Ecco il testo di santa Teresina:
“Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ero riconosciuta in nessuno dei membri descritti da San Paolo: o meglio, volevo riconoscermi in tutti! La Carità mi diede la chiave della mia vocazione. Capii che se la Chiesa aveva un corpo, composto da diverse membra, il più necessario, il più nobile di tutti non le mancava: capii che la Chiesa aveva un Cuore e che questo Cuore era acceso d’Amore. Capii che solo l’Amore faceva agire le membra della Chiesa: che se l’Amore si dovesse spegnere, gli Apostoli non annuncerebbero più il Vangelo, i Martiri rifiuterebbero di versare il loro sangue. Capii che l’Amore racchiudeva tutte le vocazioni, che l’Amore era tutto, che abbracciava tutti i tempi e tutti i luoghi! Insomma che è eterno! Allora, nell’eccesso della mia gioia delirante ho esclamato: O Gesù mio Amore, la mia vocazione l’ho trovata finalmente! La mia vocazione è l’Amore! Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa e questo posto, o mio Dio, sei tu che me l’hai dato: nel Cuore della Chiesa, mia Madre, sarò l’Amore! Così sarò tutto, così il mio sogno sarà realizzato!!!” (MsB 3v°)
Quando Teresina dice: “nel Cuore della Chiesa, mia Madre, saro’ l’Amore”, molti hanno capito che usando la parola “cuore” faceva allusione al Carmelo, Ordine di Maria.

La Scuola di Maria

La Scuola di Maria si situa nella stessa linea della “scuola dei Profeti” di Elia e di Eliseo e poi degli eremiti del monte Carmelo. La Scuola di Maria è un frutto dell’iniziativa di Maria.
In questo senso, il 16 Luglio va considerato come la Festa Patronale della Scuola di Maria, perché è in Maria Signora del Monte Carmelo si ritrova la perfetta rappresentazione dell’ideale della Scuola.
Il richiamo a tutti gli aspetti citati sopra mostra come questa festa riassume lo spirito della Scuola. Certo la Scuola è portata su un aspetto molto preciso e singolare, quello della Formazione alla Vita spirituale.

Nota: l’ultima apparizione di Lourdes

L’ultima apparizione di Lourdes accade il 16 Luglio. Santa Bernardetta dice che in questo giorno la Madonna non ha parlato, pero’ è in questo giorno che è apparsa la più bella. Quindi Maria conclude cosi le sue apparizioni, mostrando in un certo senso come questa Festa della Madonna del Carmelo è come la realizzazione la finale del progetto di Dio in Maria. Il silenzio di Maria mostra quanto questa totalità del progetto in indicibile.


La grotta chiamata "Scuola dei Profeti"

Ai piedi del Monte Carmelo, la "Grotta di Elia" o anche detta "Scuola dei profeti" fu onorata come la culla dell'ordine carmelitano. Secondo una vecchia tradizione carmelitana "i figli dei profeti, discepoli di Elia, dimoravano prevalentemente sul Monte Carmelo. Essi solevano riunirsi nella "Grotta di Elia" per ricevere speciali istruzioni dal profeta. Cosi' la grotta divenne la culla dell'"ordine profetico" fondato da Elia .

(vedere le foto in: http://www.amorvincit.com/carmeloescuola.htm)

Esteriore della “scuola dei profeti” Interiore della “scuola dei profeti”

Questa ampia grotta (13,5m x 8,7m) molto alta (4,30m) è scavata nella roccia più dura. Da essa si vede solo il mare, ed in essa non si sente nient'altro che il rumore del mare.


Lo Scapolare

Lo Scapolare è questo doppio pezzo di stoffa cucito con l'immagine della Madonna del Carmelo. E' chiamato anche: l'abito della Madonna. L'imposizione dello Scapolare, è una piccola cerimonia nella quale un Sacerdote benedice lo Scapolare e lo impone ad una persona. La persona non lo toglierà più perché è legato ad una promessa che tocca la nostra morte e siccome nessuno puo' presumere dell'ora della sua morte, lo si porta con fiducia fino alla fine. Lo cambierà se si invecchia, ma non lo toglie più. L'origine di questa pratica è quasi almeno millenaria. Pero' è con san Simone Stock che si è sparsa.
Chi riceve lo Scapolare è "integrato alla Famiglia del Carmelo" e ne approfitta di tutti i beni spirituali. Ma cosa significa questo? E' importante non ridurre il Carmelo e il suo spirito solo a delle persone o a delle strutture (Ordini ecc..). Il Carmelo è molto più grande di uno o più Ordini. E' una grande famiglia, quella di Maria. Il Carmelo è semplicemente Maria... Maria in profondità... Maria in pienezza!
Come l'abbiamo detto sopra, la Tradizione carmelitana vede Elia nel Monte Carmelo come figura "archetipale" del Carmelo: contemplava Dio, durante la siccità e sperava Acqua dall'Altro. E vide una "nuvoletta"... che divento' immensa e la Pioggia divina si "cadde" sul Paese. La Tradizione carmelitana antica ha visto in questa nuvoletta: Maria. Elia contemplava già, profeticamente: Maria.... Lei che ci porterà la Vera Pioggia Divina: Gesù datore dello Spirito.
Quindi, apparteniamo a Maria quando rivestiamo lo Scapolare... e si deve sempre avvicinarsi di questo Monte Carmelo, con Elia...
Chi riceve lo Scapolare, in fatti non riceve solo una protezione, o una grazia ma riceve una Fonte di grazie che zampilla costantemente. Riceve Maria stessa che lo copre con il suo essere, con la sua attività. La sua attività (le operazioni di Maria) sono in fatti il "fare entrare in Dio", il "generarci in Dio". Quindi chi riceve lo Scapolare non l'ha chiesto prima, ma a risposto ad un invito di Maria, un invito dolce e decisivo dello Spirito di Cristo per andare più in profondità nell'essere di Maria. E Maria ha in Se solo Dio ed è tutto in Dio! E' Colei che è o sta nella Trinità!
Quindi chi riceve lo Scapolare non è per primo "aggregato ad una famiglia" ma è introdotto in modo più profondo in Maria stessa che lo accoglie in se. Quindi non è una grazie ma è un "essere introdotto nella Fonte delle Grazie".
Essendo cosi introdotti in Lei, riceviamo non solo una protezione , ma infinitamente di più. Lei ci dà i suoi Occhi e il suo Cuore, cosi possiamo contemplare Gesù in se, e nel prossimo con i suoi occhi. E come Lei lo vedeva? Ecco le profondità alle quali ogni persona che porta lo Scapolare è chiamata! Ma ci dà anche il suo Cuore cosi possiamo amare Dio e il prossimo non con il nostro cuore, o con le nostre capacità, ma con il suo Cuore, cosi pieno delle Spirito.
Quindi chi porta lo Scapolare è chiamato a partecipare alle operazioni divine di Maria: come conosce Dio e come Ama Dio. Non si puo' veramente capire in profondità queste cose se non si legge con profondità cio' che dice san Giovanni della Croce a proposito della "modalità divina" di conoscere e di amare Dio alla quale siamo chiamati a partecipare.
Santa Teresina, nella sua poesia rivolta a Maria parla di questo Dono che Dio ci fa nella persona di Maria: "i tesori della Madre appartengono alla Figlia"… "le tue virtù" ecc.. "sono i tuoi tesori". Ecco quindi che i tesori di Maria, i suoi occhi e il suo cuore ci appartengono!
Ecco quindi una Fonte immensa, un Pozzo immenso che si apre in noi (Maria e la partecipazione in pienezza alle sue operazioni, alla sua modalità di conoscere e di amare Dio) con il fatto di rivestire il suo abito.
Quindi lo Scapolare non è solo un abito di stoffa, ma l'abito di stoffa che portiamo è il Segno sensibile dell'abito interiore, del tessuto interiore dell'essere di Maria che ci è dato! In fatti, nel Disegno profondo di Dio, Maria ci appartiene, ci è data come Dono! Ecco quindi il punto focale dello Scapolare: l'essere e le operazioni di Maria, la sua modalità di conoscere e di amare ci sono dati.
Cio' non toglie del tutto una vera e speciale protezione ricevuta da Lei! E' ovvio! Quante grazie, protezioni, vie dritte sono prese, a causa di questo dono dello Scapolare.
Si "Dono"! È un Dono da Dio, è Maria che si dà a noi! Spetta a noi darci a lei! Ecco quindi la nostra parte: cercare sempre di darci a Lei, di mettere, e rimettere – anche mille volte – tutto nelle sue mani, seguire le sue direttive, imparare da Lei, seguire i suoi consigli ecc… cosi ci porterà, tale Guida sicura alla vetta del vero Monte che è l'Unione con Gesù.
Spetta a noi anche quindi fare uso di questo Dono di Dio.
Rendiamo grazie a Dio per questo Dono, chiediamo a Maria di farlo per noi.
E' ovvio non si puo' mai "imporre" lo Scapolare a qualcuno. La cosa appartiene al lavoro della Grazia in noi e ne è il frutto: arriva il giorno, cosi, spontaneamente in qui sentiamo il desiderio di rivestirlo. E ci si meraviglia: come mai non ci abbiamo pensato prima, come mai nessuno mai ci abbia parlato, o mai l'abbiamo notato! E' perché è un Dono di Dio, non una cosa che si prende volontariamente. E' un offerta gratuita da parte de Dio, e ha sempre il suo momento nella vita spirituale.
Perché più si va avanti nella crescita spirituale, più si giunge ad un punto dove dobbiamo veramente cambiare e Maria è la Forma nella quale Dio ci mette per trasformarci, per ricrearci. Quindi quando veramente diventiamo "di Dio", Dio ci mette sul nostro cammino Maria, lo Scapolare.
Altrimenti, lo si porta e poi lo si leva! E questo non è buono! Non si gioca con i Doni di Dio.

Conclusione

Si capisce bene allora perché chi appartiene allo spirito della Scuola di Maria è chiamato a prepararsi bene per ricevere la Grazie specifica della Solennità della Beata Maria del Monte Carmelo, ogni 16 Luglio.
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MessaggioTitolo: Re: La Scuola di Maria   La Scuola di Maria Icon_minitimeGio 27 Set - 16:17

Carissimi,

ci avviciniamo dal mese di Ottobre, l'altro mese di Maria, mese del Rosario.
Sto rileggendo la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II sul Rosario di Maria.

Si trova su: http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_letters/documents/hf_jp-ii_apl_20021016_rosarium-virginis-mariae_it.html

Non è solo un Capolavoro, ma è forse il più bel scritto che egli ci abbia offerto (perchè contiene il suo segreto). E' anche un Documento fondamentale per capire la Scuola di Maria, il suo spirito e la sua relazione con Maria tale "Madre e Maestra di Vita Spirituale".
Vi consiglio di leggere questa lettera, di meditarla, di studiarla, e sopratutto di metterla in pratica, perchè alla fine è questo quel che conta.

Grazie
A presto
Jean
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MessaggioTitolo: Re: La Scuola di Maria   La Scuola di Maria Icon_minitimeGio 17 Gen - 3:07

Il 17 Gennaio è la Festa di sant'Antonio Abbate. Il Padre di tutti i Monaci.
Per la Scuola di Maria è una festa molto importante perchè egli, in un certo senso rappresenta in modo forte e archetipale il ramo Profetico della Chiesa.
Quindi riceviamo una Grazia speciale ogni anno durante questa Festa... (e la Grazia lavora già la sera prima, come sappiamo).
Buona e santa Festa
A presto
Jean
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MessaggioTitolo: Re: La Scuola di Maria   La Scuola di Maria Icon_minitime

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