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 1) Vita fondata sulla Parola di Dio (Lectio Divina)

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Anna Maria
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Jean
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Jean
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MessaggioTitolo: Re: 1) Vita fondata sulla Parola di Dio (Lectio Divina)   1) Vita fondata sulla Parola di Dio (Lectio Divina) - Pagina 4 Icon_minitimeLun 27 Ott - 5:38

Per la Promulgazione del Lezionario Ambrosiano

Papa: Mercoledi' Card.Tettamanzi Gli Consegna Nuovo Lezionario Ambrosiano

(ASCA) - Roma, 10 nov - L'arcivescovo di Milano, card. Dionigi Tettamanzi, sara' in Vaticano mercoledi' 12 novembre per partecipare all'Udienza generale di Papa Benedetto XVI e consegnargli i primi due volumi del nuovo Lezionario Ambrosiano. Nel pomeriggio di mercoledi' 12 novembre l'Arcivescovo, lo stesso Tettamanzi, in occasione delle celebrazioni per l'Anno Paolino, presiedera' una solenne Celebrazione Eucaristica a Roma nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Al pellegrinaggio della diocesi milanese a Roma parteciperanno almeno mille persone. Il nuovo Lezionario Ambrosiano entrera' in vigore con la prima domenica dell'Avvento Ambrosiano: il card. Tettamanzi lo introdurra' celebrando sabato 15 novembre in Duomo a Milano alle 17,30. Il Lezionario e' il libro liturgico che contiene in modo ordinato e progressivo i brani della Sacra Scrittura che vengono proclamati nelle Messe festive e feriali: la nuova versione risponde alle esigenze di rinnovamento dell'antico Rito Ambrosiano emerse con il Concilio Vaticano II e dal 47* Sinodo diocesano del 1994. Per spiegare questa novita', l'Arcivescovo Tettamanzi ha scritto nelle scorse settimana una lettera di presentazione a tutti fedeli, diffusa in 500 mila copie in tutte le parrocchie.

http://uk.youtube.com/watch?v=v-tPx6ZhONY&feature=related

http://uk.youtube.com/watch?v=kbDiNjGoHUA&feature=related

Vari documenti:

http://www.liturgiagiovane.it/new_lg/contenitore.asp?nf=lg00020.asp&l0=2&l1=8&l2=-1

http://vodpod.com/watch/1150831-la-bellezza-iconografica-del-nuovo-lezionario

http://blip.tv/file/1255218

http://blip.tv/file/1255232

http://it.wikipedia.org/wiki/Lezionario

http://uk.youtube.com/watch?v=6TDvy4V7DZI&feature=related

http://uk.youtube.com/watch?v=5kcX3RlPimI

http://uk.youtube.com/watch?v=Q03NRMVLKyI&feature=related

http://uk.youtube.com/watch?v=GDlWwhYCCW8&feature=related


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MessaggioTitolo: Re: 1) Vita fondata sulla Parola di Dio (Lectio Divina)   1) Vita fondata sulla Parola di Dio (Lectio Divina) - Pagina 4 Icon_minitimeMer 10 Dic - 18:44

Alcuni spunti di storia della lectio divina
_____

Alcuni di voi vogliono avere alcuni spunti di Storia della Lectio Divina. Vogliono sapere come le prime generazioni facevano la lectio, come si è sviluppata, e ciò fino ai nostri giorni. Questo senz'altro aiuta ognuno di voi ad avere i piedi più solidi, più radicati anche nei 2000 anni della nostra storia.

E' importante però sapere che è molto difficile fare la storia vera della lectio, perché già il punto di partenza tra gli studiosi oggi non è lo stesso per tutti. Costatiamo bene oggi che ci sono vari modi di fare la lectio e di capirla. Quindi, a maggior ragione, ogni storico cercherà con un suo angolo, secondo la sua cultura, secondo la sua spiritualità e secondo la sua esperienza, e tutto questo condiziona la sua ricerca. E si vede quando si leggono alcuni cenni storici sulla lectio (il Masini, alcuni studiosi monaci oggi ecc). Non c'è consenso assoluto ancora oggi sulla pratica della Lectio, sul metodo della Lectio. Non è un dramma, per carità, ma questo "complica" un po' le cose se cerchiamo una "storia della lectio divina"!!

La lectio come ve la insegno è una cosa, come Guigo la insegna è quasi uguale ma non identica, ma la lectio non prende una forma così definita o "definitiva" prima di Guigo. Certo alcuni Padri hanno avuto tale o tale altra formula loro (come Origene, Agostino..), ma non era una spiegazione lunga e dettagliata di un metodo. Era piuttosto esegesi spirituale della Scrittura, manducatio spontanea…

I Padri della Chiesa (i 6 primi secoli) l'hanno vissuta a modo loro, i Padri del deserto (dal terzo secolo circa in poi) anche, ma nessuno ha definito un metodo! Leggere la Bibbia, meditarla, è sempre esistito tra i monaci (Padri del deserto). Chiedono ad Antonio come passa il suo tempo, risponde: "mentre lavoro con le mani, ripasso nella mia memoria la Bibbia (sembrava conoscerla a memoria) andando dall'AT al NT, e poi dal NT all'AT" (cito di memoria, non ho il riferimento purtroppo). Ma avere a quei tempi una spiegazione di ciò che appare come attività biblica e sembra ovvio per tutti (cioè "leggere la Bibbia pregando", "meditare giorno e notte la Legge del Signore" (cioè la Bibbia) come dice il salmo) è difficile, e pochi hanno detto qualche cosa, a parte quei "ruminare", "tornare al testo", "meditarlo", "ripassarlo nel cuore", "metterlo in pratica", ecc!

Questo fa sì che voler fare una "vera" storia della lectio è come fare dire agli antichi una cosa che:

1- sia era ovvia per loro, semplice nella forma, e quindi mai spiegata in dettaglio, pur variata nei modi e nei metodi, ma globalmente una (perché bisogna mettere in pratica la Parola).
2- sia è una inchiesta moderna nostra, proiettata su di loro (ciò che non sarebbe fare storia, ma andare alla ricerca di cose nostre nel passato). Si rischia così di imporre una idea nostra e dei metodi nostri, alla gente del passato che la vedeva e viveva in un altro modo, ai metodi e modi del passato. È solo nel tempo che pian piano emergono delle spiegazioni dei metodi.

Bisogna dire che i Padri, commentando, nelle loro omelie (durante la Messa), la Parola del giorno, facevano un tipo di lectio, dove si sente a volte la stessa unica luce passare tramite le due letture, mostrandone l'unità profonda quale Parola di Dio una. E nel loro modo di "leggere la Bibbia nello Spirito" sono in un certo senso "i Padri della lectio". La Grazia propria di Padri della Chiesa è appunto questo: ci hanno insegnato a leggere la Bibbia secondo lo Spirito Santo, secondo la Mente di Dio! Hanno incarnato questo miracolo di Luca 24, dove gli occhi si aprono! Avevano gli occhi aperti grazie alla loro esperienza di Dio, grazie alla loro vita monastica iniziale (molti erano prima dei monaci), e ci hanno mostrato come fare. Spetta a noi dopo, nei secoli seguenti, capire che abbiamo bisogno non di imparare i loro commenti a memoria, le loro perle trovate nella Bibbia a memoria, ma invece, di imparare da loro il metodo, chiedere a loro: "spiegami come fai per vedere queste meraviglie, spiegami il tuo metodo, così, anch'io posso fare come te e nutrirmi come te della Scrittura"! E' questo ciò che ho cercato di fare nella mia presentazione della lectio: mostrare il metodo implicito dei Padri, di Agostino, di Origene, del Crisostomo ecc. Ma notiamo che loro non hanno mai detto ai loro fedeli: "tornate a casa e prendere le letture del giorno nel vostro messale e ascoltate Gesù". Per una ragione che mi pare semplice: non c'era la stampa ancora e non sono sicuro che era possibile per tutti avere una Bibbia a casa!

Quindi alla fine, mi pare che bisogna anche accettare che ci sia oggi uno sviluppo (nel senso Newmaniano del termine) autentico della lectio divina. Perché viviamo un tempo dove ogni persona può avere una Bibbia personale, abbiamo anche degli strumenti di lettura e di analisi della Bibbia che nessun altro tempo aveva, né i monaci e neanche i Padri. Viviamo di più della Parola, e quindi, sia l'esperienza sia la percezione della lectio è comunitariamente nuova, una prima volta in assoluto nella storia! Quindi è legittimo accettare che viviamo una percezione della lectio unica e che, pur senza staccarci dall'esperienza degli antichi (sarebbe dannoso), viviamo uno "sviluppo" della lectio. Quindi le nostre domande riguardo alla storia, pur essendo legittime, perché non vogliamo distaccarci dalla Corrente della Tradizione viva, possono essere troppo esigenti riguardo ai secoli passati, alle persone del passato. Le preoccupazioni del semplice laico oggi, a volte sono dello stesso tipo delle preoccupazioni dei Padri della Chiesa stessi (che erano Monaci, Patriarchi, Arcivescovi ecc). Non è male! Ma prendiamo coscienza di questo!

Bisogna anche dire che oggi la nostra percezione della lectio sia nello stesso tempo:
1- Nuova (in quanto possibile per un più grande numero)
2- Antica (perché i Padri l'hanno fatta nella liturgia)
3- E’ una grazia unica per il nostro tempo

Però bisogna dire alcune cose importanti che possono aiutare a capire certe cose:

E' legittimo dire che le prime generazioni di Cristiani, a cominciare dalla prima, quella degli apostoli, fino a circa il terzo secolo, seguivano molto da vicino la forma liturgica della celebrazione della Sinagoga. Quindi probabilmente (da verificare se era così dappertutto, ma certo lo era in alcune parti) si leggeva tutta la Torah in 3 Anni (come per noi il ciclo dei Vangeli delle Domeniche è costruito su 3 anni, a, b, c). Quindi, per le loro celebrazioni, avranno cercato di mantenere qualche cosa della Torah (siccome l'Antico Testamento è Parola di Dio), mettendo altri scritti iniziali (i primi vangeli, le lettere di Paolo) accanto.
Non è per niente che Matteo costruisce il suo libro (cc. 5-7) mettendo Gesù come il nuovo Mosè che dà, nel suo discorso della Montagna, la Nuova Legge. O san Giovanni, lo stesso, costruendo il suo Vangelo come una salita che porta al dono della Torah di Gesù (cc. 13-17) e al Nuovo Comandamento.
Nella liturgia delle prime generazioni si tenderà quindi a far risuonare l'AT con il NT. E così, con questo effetto, appare Cristo qua e là, nell'AT e nel NT! E' una esperienza spirituale contemplativa autentica. E' già una esperienza di "lectio" che li porta a fare questa scelta (di avere una lettura dell'AT e una al riguardo del NT) e quindi di trovare Gesù, incontrarlo, oggi, qua e là.
Quindi l'intenzione iniziale nella scelta delle letture era esattamente quella di Gesù con i discepoli di Emmaus, o anche di san Paolo (1 Co 10,6.11) o di Mt e Gv (come appena detto). È una intenzione che scaturisce da questa apertura dell'intelligenza per capire la Scrittura (l'AT), che Gesù realizza in Luca 24,27.45. Quindi questo avvenimento spirituale (apertura della mente, dono dello Spirito) per "entrare nell'AT" e vederlo in modo nuovo (come hanno fatto i Padri dopo) è, direi, la Fonte della Lectio divina! Il fatto di "vedere" Gesù nell'AT è un miracolo proprio della Grazia! Senza l'aiuto di Dio, il velo (del quale parla san Paolo 2Co 3,14-16) rimane davanti agli occhi e non si può intravvedere, o semplicemente vedere Gesù nell'AT.
Per me, questo echeggiare, questo andare e tornare, dall'AT al NT e dal NT all'AT è il cuore della lectio, perché fa apparire Gesù davanti ai nostri occhi sotto l'operazione dello Spirito Santo (che ne è il Rivelatore)! Da qui, c'è solo un passo verso la "nostra" lectio: Gesù appare sì, e poi: mi parla oggi, mi dice qualche cosa oggi, mi da una sua Parola da mettere in pratica!
Quindi il far apparire Gesù nella Scrittura, data letteralmente dall'alba del Cristianesimo. E tutto converge verso questo, sia la Scrittura come l'abbiamo oggi (i Vangeli come sono scritti), sia la storia, sia i testi non scritturistici delle antiche liturgie, antichi lezionari ecc.
Secondo me, è studiando i lezionari più antichi che potremo capire meglio la "nostra" "lectio liturgica". Perché il lezionario è il libro usato nella Messa per trovare le letture, che sono scelte in un certo modo (in ogni parte della terra, in ogni rito)! Queste scelte, dicono molto sulla contemplazione di chi li sceglieva, sulla sua vita spirituale, sul suo modo di "leggere la bibbia pregando", sul suo modo di incontrare Cristo vivo nella Scrittura, di nutrirsi di Lui.
E siccome il punto di partenza della lectio è la Presenza della Bibbia nelle chiese (l'uso liturgico della Bibbia: il Lezionario), cioè proclamata durante la Santa Sinassi (la Messa), e la Venuta di Gesù in ogni celebrazione per proclamare la Sua Parola, che è la Fonte vitale della Lectio, è importante capire le scelte delle letture, cioè l'organizzazione del calendario liturgico, come appare nei lezionari antichi.
Separarci da questa fonte, è isolarci dalla Fonte vera della lectio, ciò equivale – per me – a inventarsi una lectio non veramente "conforme allo Spirito", non conforme all'ispirazione iniziale, apostolica, non conforme alla Tradizione Viva, patristica!
La scelta delle letture nei secoli successivi ha potuto allontanarsi da quel Soffio ispiratore… e inaridire la fonte della lectio fino a farci arrivare a fare la lectio solo sulla base di un solo testo! Certo Dio parla tramite un solo testo, non c'è dubbio a questo proposito, ma, credo che è più ricco e più sicuro il modo di risonanza insegnatoci da Gesù stesso in Luca 24, in Mt 5-7, in Gv 13-17, in 1Co 10,6.11 ecc.. E' certamente più spirituale, e fa cosi meglio incontrare Gesù, un solo Gesù, un Gesù più chiaro, più nitido. Questo corrisponde nella nostra lectio all'incrocio dei due testi, con noi e con Gesù.


Ultima modifica di Jean il Gio 11 Dic - 2:32 - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: 1) Vita fondata sulla Parola di Dio (Lectio Divina)   1) Vita fondata sulla Parola di Dio (Lectio Divina) - Pagina 4 Icon_minitimeGio 11 Dic - 2:29

Manfredi ha scritto:
Caro Jean, vorrei porti un quesito che da un po di tempo si propone alla mia attenzione; magari sarà banale e la risposta scontata, ma tantè che te lo propongo ugualmente. Vorrei sapere se c'è una sostanziale differenza tra Omelia e Lectio Divina.
Perchè te lo chiedo? Perchè molto raramente ascolto delle omelie che hanno un qualche vago collegamento con i brani delle letture.
E' vero che da questi brani ognuno trae ciò che Dio gli manda e quindi ciò che uno vi ha visto può non essere ciò che un altro ha ricevuto.
E' vero anche che una mancanza di cultura-educazione-sensibilità-spiritualità-ecc., è diffusa, ma il dubbio rimane: certi ministri sono così scarsi o sono io che mi sono abituato troppo bene? Ciò lo dico con estrema carità e senza volere dare colpe ad alcuno. Però il dubbio permane. Grazie. Manfredi
Carissimo Manfred,
Grazie per la domanda. Per chi non ha chiarezza su questo punto, allora questa domanda è molto importante. Quindi ti sono grato di fare la domanda, anche se, nella stesura della tua domanda, in un certo senso stai dando la risposta giusta.

Cercando di capire l'origine della tua domanda, mi pare di vedere (ma forse mi sbaglio) che proviene da una discussione che abbiamo avuto, nella quale cercavo di chiarire l'origine della lectio nostra, la "lectio liturgica", cioè quella fatta sul Programma stesso di lectio della Chiesa: le letture della Messa. E dicevo che se si osservano bene i Padri della Chiesa, durante le loro omelie (varie omelie loro sono colte dal vivo, dai tachigrafi), si nota che a volte, commentando le due letture del giorno, sembra che esse siano attraversate da una sola Luce, come quando noi, facendo la nostra lectio, notiamo nei due testi una sola LuceAmorosa data dal Signore. Il Magrassi, studiando l'origine dei lezionari, lo dice a suo modo: "Da questa breve analisi emerge tutto l'interesse, teologico e spirituale, della classica lettura della Bibbia che ci presenta la Liturgia: la lettura parallela dei due Testamenti. Figura e realtà sono due interlocutori di uno stesso dialogo, sono come due specchi di cui ciascuno riflette e proietta sull'altro la sua luce. Senza questa luce mutua [sembra parlare della nostra lectio], le due fasi della storia sacra riescono incomprensibili: l'A.T. senza vertice a cui tendeva diventa una storia assurda; il Nuovo, avulso dal dramma di cui è la soluzione, non ha più senso." (Mariano Magrassi, "Vivere la parola", 1980, p. 43) Forse da questo tipo di omelia, che vediamo a volte tra i Padri della Chiesa (che alcuni sacerdoti fanno), omelia che unifica le due letture sotto una sola Luce, in una contemplazione unica che ricorda la nostra lectio, è nato un dubbio che forse possiamo leggere tra le righe della tua domanda: allora è inutile fare la lectio se il Sacerdote ci fa una bella e profonda omelia, presentandoci una luce che attraversa le due (o più) letture?! Ma tu sai bene che la lectio di una persona è unica e irrepetibile, e quindi il Sacerdote non è che ci dà la sua lectio personale del giorno (sarebbe come rigurgitare il cibo suo già mangiato! Orribile "vomito"! Minestra riscaldata, mancanza di carità pastorale, perché non corrisponde ai bisogni della media dei presenti) invece, lascia adattarsi la sua lettura, pur unificata sotto una sola luce, a questo pubblico che ha davanti a sé, come noi lasciamo adattarsi la LuceAmorosa ricevuta, alla nostra vita e interiorità quotidiana! Quindi non offre la sua lectio, ma una lectio adatta al pubblico, come se questo pubblico (la comunità radunata) fosse una Persona Mistica, con i suoi bisogni specifici.

Cerco allora di rispondere alla tua domanda:

Prima di tutto: che le omelie abbiano qualità più o meno vicine ai testi, e una certa profondità più o meno elevata, è una cosa giusta che sottolinei, e l'avrai notato negli interventi dei Padri Sinodali: hanno ribadito il problema! Nell'introduzione al Messale Romano, viene espressamente detto al sacerdote di non allontanarsi dai testi, anzi di commentarli e il Vaticano II credo lo ribadisce con forza. Quindi sotto questo punto di vista hai ragione.

Ma, ma, anche se avessimo un’ottima omelia, la tua domanda rimane: qual è la differenza tra la lectio divina liturgica (cioè la nostra interiorizzazione diretta, personale, delle letture del giorno, sia durante la Messa, sia prima o dopo) e l'omelia, anche la più bella e la più profonda? È una domanda molto importante!

Essa pone in senso lato un'altra domanda: ma Dio vuole un intermediario tra Lui e noi (il Sacerdote) per ascoltarLo, o per regolare la nostra fede, o desidera parlarci direttamente nel cuore, nella mente e guidarci personalmente? Pongo la domanda così, perché la lectio è un contatto diretto tra l'essere umano e Gesù, che permette (quando è ben fatto, con discernimento, e "nello Spirito", e in comunione con il Corpo di Cristo [la Chiesa]) a Gesù di parlarci direttamente, personalmente, in modo unico e irripetibile, necessario, nutriente e quotidiano. Mentre l'omelia, è anche lei un nutrimento, ma è prima di tutto una formazione a una fede più profonda. Prendiamo un altro esempio: l'omelia è una formazione a una fede più profonda, così come i Corsi che vi do lo sono! Non ho mai preteso che i miei corsi siano lontani dalla Parola (sono della stessa categoria dell'omelia: una formazione), o che prendano il posto della lectio fatta da voi personalmente.

Prima di procedere credo molto importante distinguere tra due cose nella vita cristiana, nella vita spirituale: il "privato" e il "personale". Perché dico questo? Perché si è presa la brutta abitudine nella Chiesa (tra gli storiografi della spiritualità), a causa degli eccessi della "Devotio moderna", (che è un’epoca [fine medioevo inizio epoca moderna; epoca caratterizzata dal libro dell'Imitazione di Cristo] nella quale si è messo appunto l'accento sull'interiorizzazione personale della vita spirituale, ma che ha portato a un allontanarsi dalla vita della Chiesa, dal Culto Pubblico e Comunitario ecc.) di mettere in sospetto tutto ciò che è vita interiore personale, intima, e si è arrivato a mettere in sospetto la vita mistica (che eppure è lo sviluppo normale e plenario della Grazia battesimale). Quindi a causa degli eccessi dell'epoca della "Devotio moderna" si è contrapposto "interiorizzazione" (tramite pratiche personali, come l'orazione (preghiera del cuore)) e "Culto Comunitario" (atti comuni: Messa, Ufficio divino, ecc). (Gli scritti di santa Teresa di Avila portano in sé il marchio di questa "polemica": "la preghiera vocale" [comunitaria] e "la preghiera mentale" [interiorizzante].) E questo è un errore grave, perché se si nega l'interiorizzazione, si nega semplicemente la possibilità di una vera vita spirituale. Bisognava invece fare la distinzione tra due modi di "fare l'interiorizzazione", uno negativo da chiamare "Privato" e un altro positivo e necessario da chiamare "Personale". Il modo di fare "Privato" sarebbe allora un modo interiore sbagliato che ci isola dal Prossimo, dal Corpo di Cristo, e dalla Chiesa! Questo modo interiore di farsi la propria vita spirituale è pericoloso e isolazionista, solipsistico, e non porta nessuna traccia di vera vita Divina nell'essere umano! In quel caso, l'essere umano vive nell'illusione! Varie sette, se meditassero su questo, capirebbero i loro errori! Questo modo si oppone alla Carità vera (che è Dio), alla Comunione con i fratelli. In questo senso, (e per chiarire le cose) l'eremita nel suo eremo, non è un privato, un isolato, uno che fugge i suoi fratelli o la Chiesa, o certe pesantezze umane! No, no, no! Tre volte no, e se fosse così, il suo Vescovo dovrebbe riportarlo in città, in Comunità, tra gli uomini, per la sua propria salvezza! L'eremita invece, il vero, porta nel suo cuore, con somma umiltà, tutti i suoi fratelli, e chiede perdono al Signore di aver peccato, portando il peccato dei suoi fratelli, vivendolo come suo proprio, e per il quale cerca di convertirsi! Quindi l'Eremita non è un isolato! Ma è un grande grande personalizzatore! Ha davvero interiorizzato la Grazia, la Vera Grazia che non stacca mai il Capo dal Corpo, Cristo dall'umanità intera (non solo dalla Chiesa, perché Cristo è morto per tutti ed egli deve sperare per tutti, non solo per alcuni battezzati, deve pensare anche a coloro che sono lontani da Cristo, se no, perché è eremita allora???)
Se riusciamo a ridare tutto il suo valore, e tutto il suo peso al "lavoro interiore", di personalizzazione della Grazia, lavoro che è esattamente il 50% del lavoro di ogni Cristiano (che sia semplice fedele, prete, vescovo o papa), se si riabilita la metà del nostro lavoro di Cristiani, se si fa bene la differenza tra "privato" (egoistico) e "personale" (aperto al prossimo, al Corpo di Cristo) allora si sprigionerà nella Chiesa una potenza straordinaria, infinitamente più grande che la bomba atomica. Mi piacciono molto le parole del Padre Jesus Castellano ocd quando, nel suo libro "Incontro al Signore", dice che la Chiesa vera nasce (e può solo nascere) nel cuore di ogni fedele! È una verità antichissima, ma detta così, ci libera molto dagli stupidi sospetti portati alla vita spirituale personale di ogni cristiano, sospetti portati da storiografi della vita spirituale che sanno più di storia che di teologia spirituale. "La Chiesa inizia sempre dal cuore dei fedeli, cioè dalla realtà profonda e consapevole della persona aperta alla grazia della comunione con Dio. Il cuore è il luogo ecclesiale per eccellenza." (Jesus Castellano, "Incontro al Signore", p. 234). La Grazia non può mai separare l'Amore per Cristo-Capo dall'Amore per Cristo-Corpo! La Grazia è UNA, non scindibile!


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MessaggioTitolo: Re: 1) Vita fondata sulla Parola di Dio (Lectio Divina)   1) Vita fondata sulla Parola di Dio (Lectio Divina) - Pagina 4 Icon_minitimeGio 11 Dic - 2:29

Torno adesso alla tua domanda. Credo quindi importante di fare la differenza tra due cose:

1- la relazione personale che ogni cristiano ha con Gesù, cioè il nutrimento diretto che Dio ci dà.

2- la formazione che Dio ci dà tramite i suoi Ministri (nell'omelia ecc.. ma anche nei Corsi).

Sono cose distinte e necessarie, ma l'una non prende il posto dell'altra! Il ministro (il Sacerdote) di Gesù non pretende mai di prendere il posto di Gesù, neanche in confessionale. Se, nel suo agire, perde questa coscienza, scivoliamo all’inferno! E, purtroppo, può capitare e capita! Abbiamo un solo Maestro, e la Chiesa non ha mai preteso di prendere il posto del Suo Signore, Lei è solo Sacramento di Cristo, ma non è Cristo (farebbe da schermo, perché Gesù sparirebbe completamente, dal momento che non ci sarebbe mai accesso diretto a Lui)! Se no, cadiamo nell'eresia! E ci sono dei fedeli che credono che la fede nella Chiesa è pari alla fede in Dio! No! E mille volte no! La fede nella Chiesa è un "Credo la Chiesa", non un "Credo nella Chiesa"! Nel Credo facciamo benissimo la differenza tra: "Credo in Dio" e "credo la Chiesa" – ripeto, non è assolutamente la stessa cosa! Si crede solo "in Dio" (e in nient'altro), ma si crede che Dio parla nella Chiesa, tramite la Chiesa (per questo diciamo: "credo la Chiesa") e non è assolutamente la stessa cosa e la Chiesa non prende il posto di Dio, e non ostacola il contatto diretto tra l'essere umano e Dio, anzi, dovrebbe facilitarlo, formare l'essere umano, ed essere cosciente del momento di intimità, nel quale Essa deve ritirarsi per lasciare lo Sposo e il Fedele trattare da soli. Anzi, lei prepara tutto per questo momento di intimità! Quindi non solo non lo ostacola, ma lo favorisce, lo prepara, forma il fedele a trattare direttamente con Dio, in modo giusto, con discernimento, e in modo adulto. Il "Credo la Chiesa" è al servizio del "Credo in Dio" e basta, perché il primato di Dio è totale e assoluto, è il Creatore e il Redentore. Come dice il Cardinale Newman: "bevo prima alla salute della coscienza, poi alla salute del Papa"! Questa è teologia giusta! San Tommaso d'Aquino dice lo stesso! Nella relazione con Dio, il primato della coscienza umana è totale. Certo (e questo è molto importante) va formata questa coscienza (e anche lì capita che venga "deformata" invece che "formata"), ma alla fine, chi decide è la coscienza, e quando incontriamo Dio (quando si muore), anche in confessionale, è l'incontro della nostra Coscienza con Dio! Esempio: se percepisco un atto che ho fatto come "peccato" (cioè quando l'ho fatto ero convinto che fosse un peccato) anche se oggettivamente non lo è, e il Sacerdote in confessionale me lo ripete, nulla toglie che quando l'ho fatto fosse un vero peccato (nella mia coscienza) e devo ancora confessarlo e devo fare penitenza per questo! Molti sacerdoti non vedono questo problema! Per questo bisogna essere ben istruito, non "istruito a metà".

Immagino che la cosa ormai sia più chiara per te, tra omelia e lectio. L'omelia è formazione, la lectio è incontro personale! Se no, perché allora si Proclamano le letture durante la Messa? L'omelia basterebbe. Perché si Proclama la Parola? La Proclamazione è un Atto molto Sacro, sacramentale, nel Quale Gesù Parla. Perché si incensa il Vangelo e non si incensa il Sacerdote prima di predicare? Si incensa il Vangelo durante la Messa, perché è Cristo tra noi, il Sacerdote lo porta più alto di sé, Proclama il Vangelo (e non lo "legge"!!), non possiede il Vangelo, ma è Cristo stesso, oggi che Parla (tramite la proclamazione)! Il suono della voce è del Sacerdote, ma la voce che parla nel cuore è quella di Cristo. Sant'Agostino lo dice nelle se omelie. Quindi, nella liturgia della Parola, si Proclama prima la Parola, dando a Cristo tutta la libertà di parlare oggi, come 2000 anni fa con le folle, nel cuore dei presenti! E la lectio si situa a questo livello di intimità, riprende quel momento della Proclamazione e lo fa suo, interiorizzandolo. L'omelia, invece, viene dopo, e non prende il posto della Proclamazione: è solo formazione. Quindi abbiamo due livelli distinti (non contraddittori, ambedue utili e necessari):

1- Proclamazione del Vangelo -------> Lectio
--------------------------------------------------------------------------------
2- Omelia --------> Lezioni, Formazione, Letture.

Sono due livelli totalmente distinti. E nessuna parola umana prenderà mai il posto della Parola diretta e personale di Gesù. Certo Gesù ci illumina e istruisce durante l'omelia, ma nell'omelia c'è un intermediario umano. È "minestra riscaldata"! O è cibo del sacerdote, se ci dà la sua lectio personale (e non dovrebbe), o è formazione/approfondimento che il Sacerdote ci dà. In ambedue i casi, non prendono il posto di Cristo che parla direttamente a noi tramite la Sua Parola. L'Omelia non è il Vangelo!

Il fatto che tu stesso ti sia risposto con la tua domanda, mostra che conosci almeno in parte, la risposta! La "minestra riscaldata", concetto che conosci bene, è un concetto applicabile a varie cose.

Tu dici una cosa importante: "certi ministri sono così scarsi o sono io che mi sono abituato troppo bene?" E' ovvio che tutto questo discorso precedente che punta molto sulla relazione personale tra il fedele e Gesù, il fatto di dover promuoverla, di favorirla ecc… tutto questo discorso è di un livello forse un po' superiore alla media! È ovvio anche che la vostra formazione è cosi intensa e sostanziale che vi pone a un livello più profondo, più alto, e quindi vi avvicina alla formazione del Sacerdote! Il fatto che la Chiesa abbia aperto le Facoltà di Teologia ai laici, questo provoca due cose:

1- vi fa capire che fino a un certo punto, il Sacerdozio non contiene dei segreti! Quindi ciò che impara un seminarista, lo potete anche voi imparare, anzi, potete saperne di più. Ma ciò che fa di un essere umano (sacerdote o no) più addentrato di un'altro (anche se è bruttissimo paragonare, perché il Giudizio e la valutazione appartengono solo a Dio, e sant'Agostino indicava una vecchietta in Chiesa dicendo: questa qua sa forse molto più di me!) è la conoscenza non il sapere! E la lectio dà una conoscenza soprannaturale della Parola e si sente subito il Sacerdote che ha questa conoscenza (non il sapere solo) rispetto a chi non c'è l'ha! Mica i fedeli sono stupidi!

2- questa possibilità di sapere di più e soprattutto di conoscere molto di più di un sacerdote è una spada a doppio taglio perché rischia di fare di voi dei criticoni! Mettiti al mio posto, e poniti la domanda: come mai riesco allora io, Jean, a sopportare un gran numero di Messe, un gran numero di Sacerdoti?!

Questo ci fa arrivare a un'altra domanda: "quale attitudine osservare, avere, durante la Messa, le omelie, la confessione e davanti a un grande numero di Sacerdoti?"

1- Prima di tutto di l'umiltà: senza l'umiltà non si fa niente! E Maria ci ha dato la chiave del suo essere: "ha guardato l'umiltà, l'abbassarsi della sua Serva". Chi non si abbassa, chi esce fuori da una umiltà giorno dopo giorno rinnovata a) dalla sforzo personale di corrispondenza all'Essere Umile di Dio, e b) dalla Grazia che Dio ci dà, e che ci fa sempre più umili, rischia molto, rischia tutto direi. È in pericolo grave.

2- Poi secondo punto: sapere che chi pesa i cuori e li valuta, è Dio! Quindi evitare sempre e a tutti i costi di giudicare il prossimo! È affare di Dio il Giudizio e la valutazione degli esseri e dei cuori! Chi esce fuori da questa regola d’Oro, esce fuori dalla purezza, e può considerare che spiritualmente vive nell'illusione e che si è certamente allontanato da Dio.

3- Terzo punto: bisogna ricordarsi che in ogni Sacerdote ci sono come due esseri:
a) l'essere umano, il fedele di Cristo
e
b) Cristo Sacerdote in lui.

Il primo (a) ha bisogno di preghiere, sempre, e di pazienza da parte nostra perché è un nostro fratello, uomo come noi, e che ha una maggiore responsabilità e un giudizio molto più severo di noi. E il secondo essere ((b) Cristo nel Sacerdote) va amato, rispettato, aiutato, onorato, anche se questo Sacerdote è un grande peccatore! Ricordiamoci sempre che san Francesco andava a confessarsi dal Sacerdote adultero, per mostrare che è Cristo in Lui che si cerca, che si trova e dal quale si benefica! E cioè senza guardare o soffermarsi sul lato umano. Questo lato non deve apparire ai nostri occhi, anche se sappiamo che esiste! Con la fede, si penetra profondo nel Sacerdote, attraversando lo spessore umano in lui e si guarda Cristo solo in Lui (si può fare questo anche con i nostri fratelli fedeli, con qualsiasi essere umano, ma a maggior ragione davanti al Ministro di Cristo che porta e rappresenta Cristo Capo) – chi invece cerca l'umano, raccoglierà dell'umano, e quindi è lui che ci perde. Chi ha invece uno sguardo di fede in Cristo che vive nel Sacerdote, anche il più povero, il meno coltivato, trae sempre qualche cosa (la grazia)! Ed è cosi che si può andare a Messa o in Confessionale. Siamo immensamente grati a Cristo che ha messo questo Potere straordinario nelle mani degli uomini, Cristo che vive tra noi nella persona dei nostri Preti! Quindi amiamoli sempre, e presentiamo sempre preghiere e suppliche per i nostri Sacerdoti, e presentiamo la nostra vita in offerta e i nostri servizi per aiutarli a svolgere la loro Sacra Missione, che è quella di Cristo. E svolgiamo anche noi la nostra missione, in collaborazione umile con loro.

Concludo ribadendo: non si possono opporre tra loro la lectio e l'omelia! Perché le letture del Giorno sono il programma stesso della lectio della Chiesa, che va interiorizzata personalmente.

Ho risposto alla tua domanda? Dimmi pure se un punto non è chiaro!


Ultima modifica di Jean il Gio 11 Dic - 17:16 - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: 1) Vita fondata sulla Parola di Dio (Lectio Divina)   1) Vita fondata sulla Parola di Dio (Lectio Divina) - Pagina 4 Icon_minitimeGio 11 Dic - 16:39

Grazie Jean, si hai risposto alla mia domanda. Ci sono altre questioni legate a questo discorso che chiarirò più avanti, dopo opportuna meditazione, Grazie ancora. Manfredi
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MessaggioTitolo: Re: 1) Vita fondata sulla Parola di Dio (Lectio Divina)   1) Vita fondata sulla Parola di Dio (Lectio Divina) - Pagina 4 Icon_minitimeGio 11 Dic - 17:14

Manfri49 ha scritto:
Grazie Jean, si hai risposto alla mia domanda. Ci sono altre questioni legate a questo discorso che chiarirò più avanti, dopo opportuna meditazione, Grazie ancora. Manfredi
Prego, prego, quando vuoi (per le altre questioni). So che la mia risposta è stata lunga, ma credo che c'era il bisogno di chiarire varie cose, e farli passare dall'implicito quotidiano, all'esplicito (rimanendo nell'ortodossia e nella profondità).
Buona "meditazione"...
a presto
Jean
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MessaggioTitolo: Re: 1) Vita fondata sulla Parola di Dio (Lectio Divina)   1) Vita fondata sulla Parola di Dio (Lectio Divina) - Pagina 4 Icon_minitimeDom 14 Nov - 1:17

Carissimi amici,

vi spero tutti bene. Vi scrivo a tutti per segnalarvi (nel caso in cui non l'avete ancora saputo) la pubblicazione dell'Esortazione apostolica “Verbum Domini” sulla Parola di Dio. È una lettera che mi dà grande gioia non solo perché tratta della Parola di Dio, ma perché lo fa in un modo molto vicino al modo col quale è trattata nell'insegnamento della “Scuola di Maria” o anche nel mio libro sulla lectio (riedizione: “Lectio divina alla scuola di Maria”). Non ho mai preteso comunque di inventare qualcosa di nuovo, ma solo di proporre ciò che la Chiesa vive da 20 secoli.

Vi invito a leggere questa Esortazione del Santo Padre, di meditarla, e di lasciarla illuminare e nutrire la vostra pratica quotidiana della Lectio divina. Vi riconoscerete vari argomenti affrontati da noi nei diversi Corsi, sia quello di Primo Livello (le lezioni: “la lectio divina”, “lettura nello Spirito”, “lezione pratica della lectio divina”), sia quelli Complementari (“Bibbia e vita spirituale” e “il Vangelo di Giovanni”).

Potete trovare il testo dell'Esortazione del santo Padre, “Verbum Domini”, nel sito del Vaticano:
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/apost_exhortations/documents/hf_ben-xvi_exh_20100930_verbum-domini_it.html

Mi permetto già di segnalarvi alcuni punti (tra molti che troverete voi) nell'Esortazione che, secondo me, sono molto importanti da ritenere, che confermano ciò che viviamo già:

1- La bella definizione del peccato come “non ascolto”.

2- La relazione tra la Parola e Maria. Ha alcune frasi di una grande profondità.

3- Il legame molto chiaro e sottolineato tra Lectio e Liturgia! Ricordatevi che la lectio che facciamo si basa sulle letture della Messa! Quindi come dice il Santo Padre: la stessa Parola quotidiana risuona in tutta la Chiesa (ogni rito ovviamente ha le sue letture).

4- Il rapporto tra comprensione della Parola (incarnarla in noi) e lo Spirito Santo. E le preghiere epicletiche (invocazione dello Spirito Santo prima del Vangelo, per poter capire la Parola).

5- Il superamento – finalmente - dello schema medievale (lectio, meditatio, oratio, contemplatio) con l'aggiunta dell'Actio, mettendo l'accento sul fatto che bisogna mettere la Parola contemplata in pratica. La Chiesa Ambrosiana è abituata a questo, certamente, grazie al Genio del Cardinal Martini nel riproporre tappe più ricche e più incarnate dopo le 4 tappe iniziali: consolazione, discernimento, azione ecc. Ma, malgrado il suo contributo, molti in tutto il mondo continuano a proporre lo schema riduttivo delle 4 tappe solo: lectio, meditatio, oratio, contemplatio. Così, con l'Actio, il santo Padre salva la lectio.

6- Uno sguardo molto rinnovato e radicalmente sapienziale portato sulla questione dell'Esegesi. Geniale! Ne abbiamo bisogno da tempo. L'aveva già accennato nel suo libro “Gesù di Nazareth”. È un modo molto unificato – ma dall'Alto – di affrontare la questione complessa dell'Esegesi moderna.

7- Ha parlato dell' “Esegesi dei Padri”. E sapete quando è importante per aprirci allo Spirito Santo e alle profondità spirituali del Testo Sacro.

8- Ha parlato della “Sacramentalità della Parola”! Gesto geniale da sua parte. Da approfondire molto.

9- Ha menzionato le “Celebrazioni della Parola” in un modo spirituale, cioè come momento per interiorizzare le letture della Messa! (direi che è lo spazio ecclesiale da usare per proporre di fare delle “lectio divina” insieme, cioè “lectio guidata” come vi ho fatto, lectio nella quale ho letto e riletto varie volte ogni lettura, per dare l'occasione di fare una vera lectio). Quindi idea geniale.

Credo che la vostra lettura e appropriazione di questo testo del santo Padre vi spingerà anche a trasmettere, a vostra volta, la lectio divina come l'avete ricevuta, e come la vivete, appoggiati su una parola cosi autorevole come quella del Santo Padre. Vi invito davvero a impegnarvi con entusiasmo a proporre e a insegnare la Lectio divina. Vari materiali esistono a vostra disposizione nella Scuola di Maria (libro, volantini, vademecum rinnovato e approfondito, Powerpoint, e spero prossimamente “un piccolo libro” ecc).

Se avete delle iniziative, non esitare a condividerle sul Forum.

Un caro abbraccio a ognuno di voi

Conto sulle vostre preghiere

Jean










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